Scelta di articoli
di Genetica Clinica/Umana pubblicati in Giugno
2015 nelle seguenti riviste: British
Medical Journal, Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature
Genetics, Nature Medicine, Nature Neuroscience, Nature Reviews Genetics, Nature
Reviews Neuroscience, NEJM, PNAS, Science & Cell.
ARTICOLI DA NON
PERDERE
A SNP in the HTT
promoter alters NF-kB binding
and is a bidirectional genetic modifier of Huntington disease. Nature
Neuroscience 2015;18:807. Interessanti
risultati sui fattori modulatori dell’età di comparsa e nelle possibilità
terapeutiche per la m. Huntington, una malattia neurodegenerativa
caratterizzata da perdita dei neuroni striatali. Si sa che il gene HTT
selvatico stimola il trasporto del fattore nucleare NF-κB di cellule B attivate fuori dalle
spine dendritiche e favorisce alti livelli di
NF-κB nei nuclei neuronali dove stimola la
trascrizione di specifici geni, funzione che viene alterata dall’espansione
poliQ.
In questo
lavoro viene identificato uno SNP raro del promotore del gene causativo HTT che
modifica il legame il legame NF-κB e agisce come un modificatore bidirezionale dell’età di
insorgenza: la sua presenza nell’allele mutato ritarda di 10 anni la comparsa
dei primi segni, mentre se localizzato nell’allele selvatico l’anticipa (4
anni). Questo potrebbe avere implicazioni terapeutiche.
Ho
trovato interessante, anche se un po’ lungo, quanto riportato in web sui
risultati di questo articolo (http://it.hdbuzz.net/198). Leggetevelo se non
volete leggere l’articolo.
MEDICINA DI PRECISIONE
Ten things we have to do to achieve precision medicine. Science 2015;349:37. 10 grossi ostacoli, ma superabili, per accelerare l’applicazione
della medicina di precisione. 1. Linkage dei dati sanitari, progetti di
ricerca e degli avvenimenti quotidiani nel corso della vita di una persona. 2. Accuracy e riproducibilità dei dati raccolti sia
genetici che clinici. 3. Blurred boundaries: chiarezza tra
quello che è il risultato di un esame clinico e quello della ricerca, quello
che si può sapere senza ledere i diritti delle persone e i dati sensibili. 4. Popular support. 5. Omics writ large (interpretazione personale: writ large= c’è spazio
per altro, ndr) quanto risulta dalle varie omiche ci dice che siamo ancora
lontani dall’avere un quadro completo di altri fattori della nostra vita ed è
quindi necessario integrare i dati che abbiamo con altri rilevanti come quelli
ambientali. 6. Perpetual updating, e anche timely update.7. Computation:
chi e come, ma non sarà facile organizzarlo. 8. Affordability. Già, ma
chi paga i costi degli “impressively effective but also terribly
expensive targeted treatments”? Costi che dovranno assolutamente ridursi per
poter applicare la medicina di precisione. 9. Representation di tutte le etnie che compongono la nostra
popolazione (che peraltro è in continuo cambiamento come stiamo e vedremo nel
prossimo futuro, ndr) per evitare grossolani errori diagnostici e terapeutici.
10. Education del sistema sanitario
che deve prepararsi per questo nuovo modo di prestare assistenza, dei
ricercatori che devono svilupparne le modalità di applicazione, degli operatori
sanitari che devono applicare quanto risulterà dalla medicina di precisione
nella pratica clinica, dei pazienti e loro organizzazioni e della popolazione
generale. Conclude questa Health Care Policy “Even
with the minimal and conservative view presented here, it is apparent that
implementation of precision medicine will require an extensive national conversation”.
From
Prescription to Transcription: Genome Sequence as Drug Target. Cell
2015;162:16. Commento dell’articolo Genetic Variation Determines PPARg Function
and Anti-diabetic Drug Response In Vivo. Pg. 33 in cui si sottolinea che la
terapia personalizzata per la risposta personale su base genetica ai farmaci è
una promettente opportunità per migliorarne gli effetti. Nel lavoro viene
descritto uno SNP che modifica il legame genome-wide del fattore di
trascrizione PPARg alterando nel topo la risposta a un nuovo antidiabetico, il
rosiglitazone, che riduce i livelli plasmatici di glucosio, insulina e
trigliceridi e che attenua la nefropatia diabetica e la degenerazione delle
cellule insulari pancreatiche. Nel tessuto adiposo umano SNP che alterano in
vario modo ed entità il legame di questo fattore di trascrizione modulano il
rischio di malattia metabolica. Si conclude che normali variazioni nell’azione
legante di PPARg determinano il rischio di malattia metabolica e la risposta a
farmaci.
Planning for US Precision Medicine Initiative underway. Lancet 2015;385:2448. Il presidente USA Obama, che sta spingendo per la riforma sanitaria nel
suo paese (è di questi giorni la decisione della Corte Suprema ha dato ragione al governo americano e alla
presidenza di Barack Obama in un atteso e importante verdetto riguardo la
riforma sanitaria approvata nel 2010, ndr), ha preso un’altra iniziativa che ha così presentato “I want the
country that eliminated polio and mapped the human genome to lead a new era of
medicine—one that delivers the right treatment at the right time”, cioè
la Medicina di precisione. L’idea di questa iniziativa (Precision
Medicine Initiative= PMI) non è sua ma ha avuto il coraggio di adottarla
interamente. Proponendo la formazione di una coorte di 1 milione di volontari,
sia ammalati che sani (temporaneamente ovviamente, ndr), che collaborano alla
ricerca con materiale biologico, campioni di tessuti e informazioni relative al
loro ambientale e stile di vita. Per la
diagnosi di precisione ben diversa dalla diagnosi clinica per prognosi e
terapia, la cura (già ci sono prove dell’utilità della PM nella cura del
cancro), il rischio di malattia e di reazioni avverse a farmaci. Tutti sono
d’accordo (non solo le case farmaceutiche e i laboratori, ovviamente, ndr) ma
l’obiezione facile è che senza fondi adeguati non si raggiungeranno gli scopi
dell’iniziativa.
CRISP GENE-EDITING
TECHNOLOGY
CRISPR, the disruptor. Nature 2015;522:20. Sottotitolo:
“A powerful gene-editing technology is the biggest game changer to hit biology
since PCR. But with its huge potential
come pressing concerns”. Una tecnica innovativa, come lo è stata la PCR,
semplice da usare, veloce, che non richiede grosse attrezzature né un training
di anni ed economica. Per questo è stata rapidamente adottata da molti
laboratori per riparare nell’uomo geni ed eliminare malattie, creare vegetali
resistenti, eliminare patogeni e molto altro. Note di cautela, soprattutto
etici sul suo uso negli embrioni umani (Embryo
editing divides scientists. Nature 519:272)(Spigolature Marzo2015). Tra i vari commenti quello
di un ricercatore che dice a proposito di questa nuova tecnica “ “I’m depressed, but I’m also excited”, perché
ha speso buona parte della sua carriera a mettere a punto una tecnologia di
editing introdotta negli anni ’80, costosa e che richiede molto tempo, ma ora sorpassata
da CRISPR perché tutto è più rapido, che ha adottato 2 anni fa. Ne vengono anche
presentati i rischi, tra cui quelli di introdurre alterazioni patogenetiche in
altre parti del genoma. Si prevede comunque che partiranno sperimentazioni
cliniche nell’uomo per la terapia delle malattie tra 1-2 anni.
E il suo uso anche in agricoltura per rendere
resistenti grano e riso e anche qui ci si scontra con la questione degli
alimenti geneticamente modificati. Le stesse obiezioni per l’impiego di CRISP
per modificare geni ad es. negli insetti in cui per un meccanismo chiamato gene drive, a differenza delle tecniche
genetiche attuali, una mutazione ingegnerizzata in una zanzara viene trasmessa
a tutti i figli diffondendosi così in una sola stagione ad una grossa
popolazione di insetti (vedi la bellissima figura che sintetizza la storia di
CRISP e che illustra bene il gene drive).
La “democratization of genome editing through CRISPR could
have unexpected and undesirable outcomes”. Occorrono quindi regole internazionali su questo.
Ma
le previsioni secondo alcuni sono che questa tecnica
“It’s ultimately going to have a role in human therapeutics”.
CRISPR, the disruptor.
Nature 2015;522:20. Ottima puntualizzazione
su una tecnica rivoluzionaria per la terapia genica: facile, che richiede solo
breve training e non grossa strumentazione, pure economica. Storia,
potenzialità, applicazioni, problemi. E non solo per curare le malattie
genetiche.
Science can’t solve it. Nature 2015;522:413. Sottotitolo: “Democratically
weighing up the benefits and risks of gene editing and artificial intelligence
is a political endeavour, not an academic one”.
Move beyond
differences. Nature 2015;522:415. Viene annunciato che nel prossimo
autunno si sta organizzando un meeting a cui parteciperanno ricercatori ed
altri esperti per discutere degli aspetti scientifici, etici e politici relativi
alla ricerca nel campo del gene-editing nell’uomo. L’autore di questo commento
riporta quanto discusso in un recente incontro sul futuro della biotecnologia e
sulla discussione che ne è seguita. Ha avuto l’impressione di un “gendered
divide” con gli uomini più concentrati sugli aspetti tangibili e pragmatici mentre
le donne interessate più a valori e agli aspetti etici. Tutti razionali
ovviamente ma concentrati su quello che ritenevano in quel momento più
importante. Si augura che dopo il convegno autunnale sul gene-editing non vi
sia una contrapposizione tra le due visioni del futuro della tecnologia ma si
arrivi invece alla costituzione di gruppi di lavoro che prendano in considerazione
tutti i campi che verranno coinvolti dalla ricerca applicata con il
gene-editing, dalle scoperte scientifiche alle uguali opportunità per tutti.
Photoactivatable CRISPR-Cas9 for optogenetic genome
editing. Nature Biotechnology June 2015
advance
online. Modificazione della tecnica di genome-editing
che usando la luce consente di controllare quando è avvenuto l’editing e un
quali cellule.
Brave New Genome.
NEJM 2015;373:5. Perspective sulle possibilità di questa tecnica
con una bella nota conclusiva: “It has been only about a decade since
we first read the human genome. We should
exercise
great
caution before we begin to rewrite it”.
MALATTIE
NEUROLOGICHE/NEUROMUSCOLARI/NEURODEGENERATIVE
Aggregates feel the
strain. Nature 2015;522:296. La m. Parkinson,
la Demenza
con corpi Lewy e l’Atrofia multisistema sono malattie progressive
neurodegerative età dipendenti caratterizzate dall’accumulo di aggregati di
proteina α-sinucleina nell’encefalo.
Queste sinucleinopatie sono distinguibili una dall’altra per la diversa
distribuzione e per il diverso tipo di cellule in cui si deposita questa
proteina. Nel lavoro sullo stesso fascicolo (α -Synuclein strains
cause distinct synucleinopathies after local and systemic administration. Pg.
340)
si propone che diverse forme di α-sinucleina con diverse conformazioni strutturale spiegano tale
variabilità.
Da qui il titolo del commento. Si
dimostra infatti nel topo che forme diverse di questa proteina hanno diversa
capacità di diffusione, di indurre anomalie anatomiche e fenotipi neurotossici
specifici.
Evolved
protection against human prions. Nature 2015;522:423. Commento
di un lavoro sullo stesso fascicolo (A naturally occurring variant of the human prion
protein completely prevents prion disease. Pg. 478) in cui si dimostra che una variante
genetica di PrP, la proteina che forma i prioni, fornisce protezione alla
malattia prionica nell’uomo inibendo la conversione delle isoforme funzionali
PrPC in una conformazione anomala PrPSc che, quando
presente, si diffonde nell’encefalo danneggiandolo e causando così la malattia.
Tale variante è stata trovata, dopo gli episodi di più casi della malattia
variante Creutzfeldt–Jakob (malattia della “mucca pazza”), negli aborigeni della Nuova
Guinea dove erano avvenuti in passato epidemie della malattia neurodegenerativa
chiamata kuru, dovuta ad atti
ritualistici di cannibalismo. E’ una
variante missenso del gene PRPN, che in eterozigosi nel topo lo protegge
completamente dai prioni kuru. Gli
eterozigoti sono protetti parzialmente anche dalla m. Creutzfeldt–Jakob
sporadica, mentre gli omozigoti per questa variante lo sono completamente. Interessante
anche il fatto che la variante agisce come inibitore dominante negativo della
conversione di conformazione prionica, inibendo anche la conversione della
proteina selvatica. Questo
resistenza al cambiamento conformazionale fornisce elementi utili per trovare
una possibile prevenzione per la malattia da prioni.
Due
prospettive discordanti sull’ipotesi patogenetica della “cascata amiloide” per
l’Alzheimer:
The case for
rejecting the amyloid cascade hypothesis. Nature Neuroscience 2015;18:794.
Three
dimensions of the amyloid hypothesis: time, space and ‘wingmen’. Nature
2015;18:900.
Immune attack: the role of inflammation in Alzheimer
disease. Nature
Reviews Neuroscience 2015;16:358. Si sa che l’infiammazione ha un ruolo
importante nell’evoluzione dell’Alzheimer. In questa Review si presenta il
contributo del sistema immunitario nella patogenesi di questa malattia.
TREM2 and Risk of Alzheimer’s Disease — Friend or Foe? NEJM
2015;372:2564. Mutazioni in omozigosi del gene TREM2, un recettore
dell’immunità innata espresso sulla superficie delle cellule mieloidi, come i
monociti, macrofagi e la microglia dell’encefalo, sono causa di una forma di
demenza (s. Nasu-Hakola o Osteodisplasia policistica lipomembranosa con
leucoencefalopatia sclerosante, MIM #221770). Una delle mutazioni di questo
gene, R47H, allo stato di eterozigosi comporta il rischio di Alzheimer tardivo.
Da alcuni studi su modelli murini risulta che i macrofagi con normale
espressione del prodotto di TREM contribuiscono alla neuropatologia di questa
malattia, mentre altri, sempre nei modelli animali, portano a concludere il
contrario. Secondo l’autore della nota questo potrebbe essere dovuto ad un
vecchio problema tecnico: l’uso di differenti modelli animali.
Rimane un
dato: TREM2 ha un rilevante ruolo nella clearance dei neuroni morti o
danneggiati, con un meccanismo comune in numerose malattie neurodegenerative,
non solo l’Alzheimer ma anche la Demenza fronto-temporale, il Parkinson e la
Sclerosi laterale amiotrofica. Ulteriori ricerche chiariranno il suo ruolo in
queste malattie.
C9ORF72 repeat
expansions in mice cause TDP-43 pathology, neuronal loss, and behavioral
deficits. Science 2015;348:1151.
La principale causa della demenza fronto-temporale e della sclerosi laterale
amiotrofica è costituita dall’espansione esanucleotidica di C9ORF72. E’ stato
sviluppato un modello murino in cui l’espansione è espressa nel SNC con
transgenesi somatica mediata da adenovirus. Il topo di 6 mesi mostra la tipica
patologia TPD-43, perdita neuronale, astrogliosi, calo ponderale e la
sintomatologia presente nei pz (iperattività, ansietà, comportamento
antisociale e deficit motori). Un modello utile per sperimentare nuove terapie.
Reduction of
toxic RNAs in myotonic dystrophies type 1 and type 2 by the RNA helicase
p68/DDX5. PNAS 2015;112:8041. La
Distrofia miotonica è una malattia neuromuscolare con miotonia (contrazione),
debolezza muscolare distale, difetti cardiaci di conduzione che nella forma
congenita comportano ritardo della miogenesi e grave compromissione cognitiva.
Dovuta ad un’espansione della tripletta CTG nella regione non 3’ UTR del gene
DMPK (MIM #160900)(DM1) o di una ripetizione CCTG nel primo introne del gene
CNBP (MIM #602668)(DM2). Il meccanismo patogenetico si ritiene sia un’acquisizione
di funzione dell’RNA. Usando un modello cellulare (CHO) di DM2 si dimostra che gli
RNA mutanti CUG e CCUG sono molto stabili sospettando una riduzione del sistema
proteico che regola la degradazione dell’RNA. Per verificare tale ipotesi sono
state studiati i livelli di una di queste proteine, elicasi RNA p68, che sono
risultati in effetti bassi nel tessuto muscolare da biopsia di pz con DM1 e DM2
e che la normalizzazione dei livelli di p68 porta alla degradazione del mutante
RNA CUG e CCUG, disintegrazione dei foci di RNA e riduzione della patologia del
muscolo DM. Individuato quindi un possibile agente terapeutico delle DM.
ALS
Glycosphingolipids
are modulators of disease pathogenesis in amyotrophic lateral sclerosis. PNAS
2015;112:8100. E’ noto che alcune malattie
neuromuscolari hanno un anomalo metabolismo lipidico della membrana cellulare
(Paraplegia spastica ereditaria, Neuropatia sensitivo-motoria ereditaria tipo
1, SMA non-5q). In questo lavoro viene verificato il sospettato contributo di anomalie
del metabolismo sfingolipidico alla neurodegenerazione della Sclerosi Laterale
Amiotrofica. (ALS). Sia nel modello murino dell’ALS familiare che nell’uomo vi
sono elevati livelli di glicosfingolipi nel liquor CR. Nel topo l’inibizione
della produzione di glicosfingolipi peggiora la progressione dell’ALS, mentre
l’infusione di un tipo di sfingolipide, il ganglioside GM3, ne rallenta la
progressione. In conclusione viene confermata un’alterata omeostasi di questi
lipidi come meccanismo patogenetico nell’ALS che potrebbero costituire bersagli
per possibili terapie.
Amelioration of
toxicity in neuronal models of amyotrophic lateral sclerosis by hUPF1. PNAS
2015;112:7821. Mutazioni di geni codificanti proteine
che legano l’RNA causano ALS familiare. Mutazioni di uno dei geni responsabili, TDP43,
interessano il turnover, la quantità e la localizzazione del prodotto genico in
genere determinandone aggregati citoplasmatici. Nei casi sporadici di malattia (85-90%)
si sono visti analoghe inclusioni formate dalla proteina normale. In questo
lavoro, partendo dall’osservazione che la proteina hUPF1 ha proprietà
citoprotettive nel modello di lievito di ALS modificando la sovraespressione di
un altro gene, FUS, altro gene causa di ALS familiare, si è voluto verificare
se nei neuroni di mammiferi tale proteina possa prevenire la tossicità da
TDP43. Si è verificato infatti che hUPF1 (up-frameshift protein 1) è in grado
di evitare la neurotossicità sia di TD43 che di FUS mediante un meccanismo dipendente
da NMD (decadimento mediato da un nonsenso). In sintesi
questi studi mostrano l’importanza del metabolismo dell’RNA nella ALS (e anche
nella Demenza fronto-temporale, che interessa il 30% dei pz con ALS) indicando
anche una possibile via terapeutica per ambedue queste malattie
neurodegenerative gravi e rapidamente progressive.
Structural
basis for mutation-induced destabilization of profilin 1 in ALS. PNAS
2015;112:7984. Si è studiato il meccanismo patogentico
delle mutazioni di Profilina 1, causa di una ASL (ASL18. MIM #614808). Le
mutazioni destabilizzano in vitro e
nelle cellule con alterazione della conformazione della proteina causandone un
accelerato turnover nella cellula. Tali varianti infatti tendono ad aggregarsi
in accordo con l’ipotesi di fenotipo da perdita di funzione basata su test
cellulari. Interessante l’osservazione della struttura cristallina da raggi X
di diverse proteine PFN1, che rileva la formazione di una cavitazione nella
parte centrale della proteina della variante M114T, mentre la struttura
proteica di un’altra variante, E117G, è solo di poco alterata ed è più stabile,
in accordo con il fatto che quest’ultima mutazione è presente anche nella
popolazione generale.
AUTISMO
Excess of rare, inherited
truncating mutations in autism. Nature Genetics 2015;47:582. Sappiamo che l’autismo, patologia frequente (1:88
bambini), è altamente ereditabile con il 50-60% delle cause ritenute su base
genetica, in metà dei casi da mutazione rara de novo. Il che fa pensare che nella restante metà la causa siano
varianti comuni o rare ereditate. Nel lavoro si è effettuata una rivalutazione
dell’analisi dell’esoma di quasi 9.000 famiglie (di cui 1.800 costituite da pz,
genitori e fratello non affetto) di 3 diversi centri osservando che sono più
frequenti nei probandi le SNV private ed ereditate troncanti di geni particolarmente
sensibili a variazioni funzionali e che vi è, come già in parte verificato per
le CNV, una loro significativa trasmissione
dalle madri ai loro figli.
L’analisi delle CNV mostra che le duplicazioni più piccole (<
100 kb) di origine materna hanno un grosso bias di trasmissione ai probandi e
che queste duplicazioni sono arricchite di geni bersaglio di CHD8 (che è un regolatore
cromatinico e le cui mutazioni che ne alterano la funzione sono presenti solo
nei probandi).
Infine sono stati identificati geni candidati di “seconda classe”,
come RIMS1, CUL7 e LZTR1, che, mutati, sono fattori predisponenti all’autismo
ma che non sono completamente penetranti perché richiedono altri fattori
genetici o non genetici per causare la malattia, come ad esempio la
trasmissione materna al figlio.
GENETICA UMANA/CLINICA
MiR-204 is
responsible for inherited retinal dystrophy associated with ocular coloboma. PNAS
2015;112:E3226 (parecchi AA italiani). Le cause di
patologie ereditarie oculari sono costituite dalle distrofinopatie, malattie
degenerative tra cui la retinite pigmentosa che è la principale causa di cecità
ereditaria con frequenza di 1:4.000 persone, e le anomalie morfologiche come la
microftalmia, anoftalmia e il coloboma (MAC). Ambedue questi gruppi di patologie
hanno un rilevante eterogeneità genetica con circa 150 geni per le prime
(sph.uth.edu/Retnet/home.htm) e circa 50 geni per le seconde (MAC genes, www.omim.org).
Ma sappiamo che ve ne sono ancora molte altre da identificare.
Sappiamo anche che molti microRNA (miRNA) hanno un ruolo importante, sia
fisiologico che patologico, in molte condizioni e che partecipano allo sviluppo
e al mantenimento della funzione oculare, in particolare della retina.
In
questo lavoro vengono riportate, tramite analisi di linkage e dell’esoma, le
basi molecolari di un fenotipo composto da degenerazione retinica e coloboma
oculare da mutazione dominante (5 generazioni) di miR-204. Si dimostra che tale
miRNA ha un importante ruolo nella morfogenesi oculare e nella sua funzione e
che il suo contributo in questa patologia avviene mediante un meccanismo di
acquisizione di funzione.
Funders must
encourage scientists to share. Nature 2015;522:129. L’Advisory
Group on Data Access ha pubblicato le raccomandazioni per la condivisione
dei dati genomici raccolti nelle varie ricerche che in gran parte non sono resi
accessibili a tutti (www.wellcome.ac.uk/EAGDA). I protocolli di accesso sono preparati e organizzati in
modo differente in ogni studio e così si causa un inutile lavoro amministrativo
sia per chi produce i dati sia per chi li vuole usare, quindi “No
one wins in this scenario, least of all those who donate their personal data”.
Allora l’accesso ai dati deve far parte del progetto sin dalla sua preparazione
e finanziamento, soprattutto per grossi studi. Molti studi epidemiologici e
genomici hanno un comitato che stabilisce come accedere ai dati e avrebbe più
senso standardizzare tale accesso evitando che ogni studio ne prepari uno
specifico. Per evitare con la condivisione dei dati che i partecipanti siano
resi identificabili occorrono procedure specifiche e un adeguato consenso
informato. Ma salvaguardare la loro privacy non vuol dire rendere difficile od
opaco l’accesso ai dati. Altro aspetto che va salvaguardato, ma non tale da
ostacolare la condivisione dei dati, è il rispetto nell’uso di dati di ricerca,
con un periodo di embargo dei dati e il riconoscimento della fonte, che vanno
chiaramente presentati da chi li vuole usare. Insomma L’Advisory Group on Data
Access propone di incoraggiare i ricercatori, con il supporto e le risorse di
chi finanzia i progetti, di rendere volontariamente disponibili i loro dati
agli altri.
Hypertension
linked to PDE3Aactivation. Nature Genetics 2015;47:562. Commento dell’articolo pubblicato sullo stesso
fascicolo (PDE3A
mutations
cause autosomal dominant hypertension with brachydactyly. Pg. 647)
sull’individuazione del gene che quando mutato è responsabile della sindrome
Brachidattilia tipo E con ipertensione arteriosa (MIM #112410) caratterizzata
da brachidattilia E, grave ipertensione non dipendente dal sale, aumentata
velocità di crescita dei fibroblasti, contatto neurovascolare a livello del
midollo rostro-ventrolaterale, alterata regolazione barocettoriale della
pressione arteriosa con rischio di morte prima dei 50 anni per i pz non
trattati. WES in una famiglia turca con più affetti con l’individuazione di una
missenso in PDE3A che codifica una fosfodiesterasi che degrada il secondo
messaggero AMP ciclico (cAMP). Il sequenziamento di tutti i 48 pz di sei
famiglie (oltre alla turca 5 altre famiglie con più affetti di altre nazioni
europee e non europee) non correlate ha consentito di individuare 6 missenso
indipendenti raggruppate nell’esone 4 del gene in un dominio altamente
conservato. L’attività di PDE3A è direttamente regolata tramite la
fosforilazione da parte della protein-chinasi A (PKA) e C (PKC). Una di queste
mutazioni, con studi funzionali, risulta aumentare la fosforilazione delle
isoforme di PDE3A (1 e 2) amplificandone
l’attivazione e riducendo i livelli di cAMP in alcuni compartimenti. Questo
potrebbe essere il meccanismo patogenetico dell’ipertensione, con incremento
della resistenza vascolare periferica, e del rischio di stroke; la riduzione di
PKA causa un aumento dei livelli del peptide correlato al paratormone che
contribuisce alla brachidattilia. La superfamiglia PDE è un bersaglio di più
agenti, come PDE5 bersaglio del Viagra per la disfunzione erettile, PDE4 bersaglio
di Otezla per l’artrite psoriasica e PDE3 bersaglio del Cilostazolo per la
claudicatio intermittens. Quindi possibili risvolti terapeutici per questa sindrome
(Cilostazolo, farmaco già in commercio) e per altre patologie.
Mutations in XPR1 cause primary familial brain
calcification associated with altered phosphate export. Nature Genetics 2015;47:579
(molti autori con cognomi di molte nazioni, tra cui alcuni italiani che
lavorano in USA; questa è “l’America”). La malattia neurodegenerativa chiamata
Calcificazione primitiva idiopatica familiare dei gangli della base (PFBC)(m.
Fahr) è una rara malattia neurodegenerativa ad insorgenza dopo i 40 anni
caratterizzata da sintomi psichiatrici e dei movimenti, anche se alcuni
soggetti rimangono asintomatici. Si manifesta con distonia, parkinsonismo,
atassia, demenza, corea e disfunzione cognitiva frontale sottocorticale. Alla
TC cerebrale si vedono calcificazioni bilaterali dei gangli della base. E’ a
trasmissione autosomica dominante e geneticamente eterogenea da mutazioni, in
circa la metà dei casi, di SLC20A2, che
codifica il trasportatore del fosfato PiT2, di PDGFRB, che codifica il
recettore β del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFRβ),
e di PDGFB, che codifica il ligando di PDGFRβ.
In questo lavoro, dopo avere sottoposto all’analisi dell’esoma i membri di una
famiglia con più affetti ed avere individuato una mutazione missenso probabilmente
causativa del gene XPR1, che codifica un recettore retrovirale con funzione di trasporto
del fosfato, sono state trovate mutazioni missenso di tale gene in 6 di 86
famiglie di casi sporadici o con più affetti da PFBC; una di queste mutazioni era
la stessa della prima mutazione trovata. Il meccanismo patogenetico è
costituito in questi casi da un’alterata omeostasi del fosfato con una sua
alterata esportazione.
Analysis of loss-of-function variants and 20 risk
factor phenotypes in 8,554 individuals identifies loci influencing chronic
disease. Nature
Genetics 2015;47:640. Interessante ipotesi di lavoro:
classicamente nello studio di associazione genotipo-fenotipo ci si basa sui
casi più gravi o ad esordio precoce. L’approccio alternativo di reverse
genetics adottato dagli AA di questo lavoro è quello di identificare varianti
con gli effetti funzionali più gravi in un campione di persone ben studiate dal
punto di vista fenotipico e quindi studiare il ruolo di queste varianti sullo
stato di salute e sulle malattie. Ricercate con il sequenziamento esomico varianti
con LOF (loss of function) in 8.554 persone di cui si conosce il fenotipo di 20
malattie croniche comuni tra cui diabete mellito e m. cardiovascolari.
Come
atteso, varianti LOF di PCSK9 sono associate a bassi livelli di colesterolo e
LOF in APOC3 a bassi livelli di trigliceridi, mentre per le altre 8 nuove associazioni
LOF comporta un rischio aumentato di malattia. Tra queste ultime una
significativa associazione tra varianti LOF di TXNDC5, che codifica un
biomarcatore per la progressione del diabete 1, ed elevati livelli glicemici a
digiuno e di C1QTNF8 sui livelli sierici di magnesio. E’ prevedibile che studi
di associazione analoghi ricorrendo al sequenziamento dell’intero genoma saranno
in grado di fornire ancora più utili informazioni sul rapporto
genotipo-fenotipo delle malattie croniche comuni.
COPA mutations impair ER-Golgi transport and cause
hereditary autoimmune-mediated lung disease and arthritis. Nature
Genetics 2015;47:654. WES e sequenziamento mirato in 5
famiglie con una nuova malattia apparentemente mendeliana con elevati livelli
di autoanticorpi, artrite infiammatoria e malattia polmonare interstiziale.
Identificate 4 varianti localizzate nello stesso dominio funzionale considerate
causative del gene COPA, che codifica una subunità del coatomero. Nell’ipotesi
che tali mutazioni limitino il trasporto intracellulare tramite il complesso I
della coat protein I (COPI)(complesso multiproteico che
riveste le vescicole che trasportano le proteine) è stato studiato e verificato
che queste in effetti alterano il legame con le proteine pronte per il
trasporto retrogrado Golgi-reticolo endoplamatico. Non solo, ma determinano
stress del RE, sopraregolano le citochine e stimolano la risposta T DC4 helper
(Th17) coinvolti nell’autoimmunità. Questo lavoro sottolinea quindi un rapporto
tra trasporto proteico vescicolare e una sindrome di autoimmunità con patologia
polmonare ed articolare.
Mutations in KCNH1
and ATP6V1B2 cause Zimmermann-Laband syndrome. Nature
Genetics 2015;47:661. La ZLS (MIM #135500)(molti AA
italiani) è una sindrome malformativa con ipertrofia gengivale, naso bulboso
soffice, padiglioni auricolari inspessiti e soffici, ipo-aplasia ungueale,
ipertricosi, iperlassità articolare, epato(spelo)megalia e disabilità
intellettiva con o senza epilessia. La sporadicità di buona parte dei casi fa
pensare a casi de novo con
trasmissione AD. Due traslocazioni cromosomiche hanno suggerito il possibile
gene causativo. Il sequenziamento dell’esoma di 5 pz non correlati ha
consentito di individuare mutazioni in eterozigosi de novo del gene KCNH1
(canale del calcio voltaggio dipendente) e una stessa mutazione missenso nel
gene ATP6V1B2 (subunità B2 della proteina multimerica H+ATPasi) nei restanti 2
pz. Il sequenziamento di KCNH1 in un ulteriore campione di 19 pz ha individuato
altri 3 pz con mutazioni missenso. In totale in 8 pz su 24 è presente una
mutazione di uno di questi due geni. Non noto il gene dei restanti soggetti. La
sindrome ZLS fa parte di un gruppo di condizioni con ampia sovrapposizione, tra
cui la s. Temple-Baraister (vedi Articoli Gennaio 2015: Mutations in the voltage-gated potassium channel gene KCNH1 cause
Temple-Baraitser syndrome and epilepsy. Nature Genetics 2015;47:73) con
condivisione fenotipica e genetica (un continuum fenotipico).
A germline
homozygous mutation in the base-excision repair gene NTHL1 causes
adenomatous polyposis and colorectal cancer. Nature Genetics 2015;47:668. Frequentemente non si riesce ad individuare la base genetica
dello sviluppo di adenoma multipli, che sono i precursori del cancro
colorettale.
In
questo studio ricorrendo al sequenziamento dell’intero esoma di 51 pz di 48
famiglie con adenoma colici multipli è stata identificata in 7 pz di 3 famiglie
una mutazione germinale nonsenso in omozigosi del gene della riparazione per
escissione di basi (BER) NTHL1. Nelle tre famiglie la trasmissione del fenotipo
adenomatoso è di tipo AR con almeno un membro che ha avuto la progressione a
cancro colorettale e tumore premaligno o maligno dell’endometrio. In
conclusione mutazioni non senso in omozigosi del gene NTHL1 predispongono ad un
sottotipo di adenomatosi poliposica e cancro colorettale associato a difetto di
BER.
Dysplastic spondylolysis
is caused by mutations in the diastrophic dysplasia sulfate transporter gene. PNAS
2015;112:8064. La spondilolisi è una frequente (3-6%
della popolazione) interruzione dell’istmo (parte posteriore dell’arco delle
vertebre lombari) compresa tra le apofisi articolari superiori ed inferiori. La
forma displasica di spondilolisi (s. Wiltse-Newman tipo 1)(non nel catalogo
OMIM) è un frequente (14-21%) difetto congenito della parte interarticolare
nelle ultime vertebre lombari e nelle prime sacrali. Si stima che il 10% dei
bambini sottoposti ad intervento chirurgico per spondilolistesi (scivolamento
di una vertebra sull’altra) abbiano una spondilolisi displasica. Si cerca di
distinguere la spondilolisi come anomalia di sviluppo dalla spondilisi
acquisita. Il 22% dei familiari di un probando con spondilolisi e
spondilolistesi hanno la stessa patologia vs l’8% della popolazione generale
suggerendo quindi una base genetica, con ipotizzata trasmissione AR o AD. E’
particolarmente frequente negli eschimesi dell’Alaska. Può essere isolata o
sindromica come la forma associata a brachidattilia (MIM #113100) da mutazione
del gene GDF5 (proteina morfogenetica derivata dalla cartilagine 1), membro
della famiglia BMP della superfamiglia TGF
. In una famiglia cinese con più
affetti (la sintomatologia è quella di una lombalgia di entità variabile dai 19
ai 41 anni, in alcuni si è dovuto ricorrere con successo all’interventi
chirurgico) a trasmissione AD è stata trovata mediante WES una mutazione in
eterozigosi non descritta del gene SLC26A2 (gene del trasportatore del solfato).
In un ulteriore campione di 30 soggetti con spondilolisi e spondilistesi sono
state individuate con Sanger due mutazioni missenso del gene, non descritte, in
due soggetti affetti da una patologia che ha richiesto l’intervento chirurgico.
Sono stati condotti anche studi funzionali in cellule CHO che dimostrano un
ridotto uptake del mutante SLC26A2.
Mutazioni
di SLC26A2 sono causa di alcune note condrodisplasie a trasmissione autosomica
recessiva come l’acondrogenesi 1B, l’Atelogenesi 2, la Displasia diastrofica e
la displasia epifisaria multipla, in cui oltre alla displasia scheletrica in
generale sono presenti anomalie della colonna vertebrale. Per le mutazioni
identificate in questo lavoro la patologia è limitata alla cartilagine ed al
tessuto osseo lombo-sacrale sebbene il gene sia espresso in molti tessuti e
nello sviluppo della cartilagine.
Ulteriori
studi potranno dirci se l’individuazione precoce di una mutazione di questo gene
possa migliorare il management della spondilolisi-listesi prevenendo con la
chirurgia le complicazioni delle forme gravi con l’eccessivo scivolamento del
corpo vertebrale, la deformazione e i sintomi connessi con la compressione
della radice nervosa. E consentire l’individuazione di altri geni causativi
sempre per l’individuazione dei soggetti ad alto rischio e quindi la
prevenzione delle principali complicazioni (un bel ripasso di anatomia normale
e patologica, ndr).
Inherited DOCK2 Deficiency in Patients with
Early-Onset Invasive Infections. NEJM 2015;372:2409.
L’immunodeficienza
combinata è dovuta ad errori congeniti dell’immunità dei linfociti T,
principali responsabili dell’immunità adattiva mediata dalle cellule, con
difetto sia quantitativo che di funzione, spesso accompagnate anche da alterata
immunità umorale. L’effetto è quello di suscettibilità a gravi infezioni e/o
autoimmunità. In questo articolo vengono segnalati 5 bambini con una complessa
immunodeficienza a comparsa nei primi mesi di vita caratterizzata da infezioni batteriche
e virali invasive, linfopenia e difetto di risposta delle cellule T, B e NK.
Dopo trapianto allogenico (infusione da donatore) di cellule staminali
ematopoietiche due di questi pz sono deceduti mentre gli altri sono migliorati
dal punto di vista clinico ed immunitario. In questi 5 pz sono state trovate
tramite WES, linkage e mappatura di omozigosità mutazioni bialleliche del gene
DOCK2 (dedicator of cytokinesis 2). Sono stati fatti studi in vitro da
fibroblasti di pz in cui si è dimostrata un’aumentata replicazione virale e
morte cellulare corrette da interferone alfa-2b o dopo espressione del prodotto
normale del gene. Quindi una nuova immunodeficienza a trasmissione AR con difetto
dell’immunità ematopoietica e non ematopoietica.
X chromosome
inactivation unravelled. Nature Reviews Genetics June 2015;16.
Segnalazione di un articolo (The Xist lncRNA interacts directly with SHARP to silence transcription
through HDAC3. Nature 2015;521:232) sui meccanismi poco noti del silenziamento
trascrizionale durante l’inattivazione del
cromosoma X, in particolare sull’identificazione delle proteine che
interagiscono con Xist (long non-coding RNA, X
inactive-specific transcript).
Error-prone
chromosome-mediated spindle assembly favors chromosome segregation defects in
human oocytes. Science 2015;348:1143.
Nonostante l’effetto sulla fertilità e sullo sviluppo del prodotto del
concepimento pochi studi sono stati condotti per capire perché gli oociti umani
siano più proni ad errori di segregazione cromosomica rispetto alla meiosi
femminile di altri organismi e alla meiosi della spermatogenesi. Sono stati
studiati con fluorescenza ad alta risoluzione > di 100 oociti freschi ottenuti
da donne sottoposte a stimolazione gonadotropina per la fertilizzazione in vitro. Gli oociti assemblano il fuso
meiotico indipendentemente dai centrosomi o da altri centri di organizzazione
dei microtubuli. L’assemblaggio del fuso è mediato invece dai cromosomi e dalla
piccola guanosina trifosfatasi Ran in un processo che richiede 16 ore (nel topo
l’intera meiosi dura 3-5 ore). In questo lungo periodo di assemblaggio del fuso
si osserva una considerevole instabilità del fuso e di aggancio
cinetocore-microtubuli che favoriscono così errori di segregazione meiotica. Questo
potrebbe essere uno dei fattori predisponenti la relativamente frequente
aneuploidia anche nelle meiosi di donne giovani.
MODELLI ANIMALI E NUOVE TERAPIE
Disruption of DNA-methylation-dependent long gene
repression in Rett syndrome. Nature 2015;522:89. L’alterazione del
gene MECP2 causa la s. Rett. Il gene codifica una proteina legante il metil-
DNA che funziona come un repressore trascrizionale, ma non è noto come regoli
la trascrizione. In questo lavoro ricorrendo a un modello murino mutante di
MeCP2 e all’analisi di encefalo di pz con s. Rett si dimostra che le mutazioni
di questo gene sono responsabili della disfunzione neurologica alterando
specificamente l’espressione di geni lunghi a livello cerebrale.
Use mouse biobanks or lose them. Nature 2015;522:151. Sottotitolo: “Now that genetic
engineering of mice is so easy, centralized repositories are essential”. Con
le nuove tecniche di genome editing (CRISPR) ora ci vogliono solo mesi e non
più anni a preparare un animale portatore della mutazione voluta, non più anni
come prima. Ma i laboratori di topi geneticamente modificati hanno difficoltà a
mantenerli anche perché i topi possono acquistare nuove caratteristiche o
perdere il gene modificato, quindi non
più idonei per la ricerca. E con la probabile esplosione di richieste dobbiamo
prepararci ad usare bene le risorse, non sprecarle. Il consorzio del NIH Mutant
Mouse Resource and Research Centers (MMRRCs) ha 4.600 mutazioni specifiche nel
topo e decine di migliaia di mutazioni congelate in cellule staminali congelate
usabili per generare un topo mutante. La nota prosegue con le varie attività
della biobanca e termina dicendo che è come una banca con i nostri soldi.
Conserva e mantiene i modelli murini pronti per essere usati, curandoli,
preservandoli come sono, con controlli genetici di qualità e protezione da
patogeni. L’importante (interpretazione personale, ndr) è che non fallisca.
CARATTERI-MALATTIE
COMPLESSE/STUDI ASSOCIAZIONE
The
impact of low-frequency and rare variants on lipid levels. Nature
Genetics 2015;47:589. Studio GWAS dei caratteri
lipidici ematici “arricchito” usando cioè i dati di sequenza del 1000 Genomes
Project e quindi usando varianti meno frequenti rispetto ai precedenti sudi (in
totale 9.6 milioni di SNP comuni e rare di 62.166 campione di persone di
origine europea). Identificati 11 nuovi loci associati ai valori lipidici
ematici, con le principali associazioni di SNP poco frequenti che aumentano la
proporzione della varianza, soprattutto per le lipoproteine a bassa densità e
per il colesterolo totale. Da sottolineare la metodologia adottabile per altri
caratteri complessi in quanto efficace per i costi in alternativa al
risequenziamento.
The heritable immune
system . Nature Biotechnology 2015;33:608. Commento di
un articolo su Cell (The Genetic
Architecture of the Human Immune System: A Bioresource for Autoimmunity and
Disease Pathogenesis. Cell 2015;161:387)(molti
AA italiani che lavorano da anni all’estero, ora in UK) che è considerabile
passo in avanti per iniziare a capire la complessità delle funzioni del sistema
immunitario, le cui conoscenze sono “still rudimentary”. Gli AA hanno esaminato
i fenotipi ed i genotipi (GWAS) di 699 gemelle sane identificando circa 78.000
caratteri immunitari e il contributo genetico a tale variabilità.
Fine mapping in the MHC region accounts for 18%
additional genetic risk for celiac disease. Nature Genetics 2015;47:577.
Il rischio di malattia celiaca, causata dall’assunzione di glutine, è
fortemente influenzato da fattori genetici con locus nella regione del
complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) con i noti alleli HLA-DQA1 e
–DQB1. In questo lavoro (12.016 celiaci e 11.920 controlli di origine europea
tutti genotipizzati con Illumina Immunochip array) sono stati individuati,
tramite una dettagliata mappatura di MHC, altre 5 nuove associazioni ritenute
responsabili del 18% del rischio genetico per questa malattia. Considerando
tutti i loci noti, inclusi quelli qui individuati e i 57 loci non associati a
MHC, la variazione genetica può ora spiegare sino al 48% dell’ereditabilità della
celiachia.
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