sabato 25 aprile 2015

Spigolature Genetica Clinica/Umana Marzo 2015. R. Tenconi



Raccolta e brevi commenti di articoli di Genetica Medica e Umana e di interesse generale del mese di Marzo 2015 (Spigolature) che hanno attirato la mia attenzione o curiosità, pubblicati nelle seguenti riviste: British Medical Journal, Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature Genetics, Nature Medicine, Nature Neuroscience, Nature Reviews Genetics, Nature Reviews Neuroscience, NEJM, PNAS, Science & Cell.

DA NON PERDERE
Origins of narcissism in children. PNAS 2015;112:3659. Tutti sappiamo del mito di Narciso, che ha dato il nome ad un comportamento talora estremo, il Disturbo narcisistico di personalità. Ma il narcisismo più comunemente è una caratteristica della personalità che nella popolazione generale varia da persona a persona. Il narcisista si sente superiore agli altri, immagina per sé successo e pretende dagli altri una considerazione speciale, e quando si sente umiliato diventa aggressive e violento. Ma da dove viene questa caratteristica? Due teorie: l’apprendimento sociale (da sopravalutazione dei genitori) o psicoanalitica (da mancanza di calore da parte dei genitori). Si dimostra che il bambino narcisista è il risultato della sopravalutazione dei suoi genitori che credono che sia più speciale e che si meriti più degli altri attenzione. Al contrario l’alta stima di se stessi è coltivata dal calore che i suoi genitori gli riservano, l’amore che esprimono e l’apprezzamento verso il loro figlio, e non dalla sua sopravalutazione. Questo dimostra che il narcisismo in parte nasce da precoci esperienze di socializzazione e suggerisce che interventi di training sui genitori possono impedire lo sviluppo del narcisismo e ridurne i costi sociali (ognuno di noi può provare che questa

Training on trials: Patients taught the language of drug development. Nature Medicine 2015;21:209. Vi è la necessità che i pazienti e le famiglie possano parlare con le compagnie che producono farmaci in modo da diventare partner e non solo utilizzatori. Si parte, come sempre da un esempio pratico e fortunato di una donna macedone con Gaucher, la cui terapia costa ogni anno 200.000 €, ma che ha avuto la fortuna di avere, con l’aiuto del suo medico curante, il farmaco gratis dai 7 anni sino ad ora (29 anni) tramite il programma Cerezyme Emergency Treatment. Per aiutare i pz con malattia rara e le loro famiglie ad essere informati sulla ricerca preclinica in corso, sulle sperimentazioni cliniche e sul loro esito sono stati organizzati corsi di training da un consorzio europeo di 30 diverse organizzazioni (European Patients’ Academy on Therapeutic Innovation EUPATI)(http://www.patientsacademy.eu/index.php/it/). Lo scopo è quello di coinvolgere i partecipanti nella ricerca clinica in accordo con le compagnie farmaceutiche, partecipando non solo come pz ma anche come revisori di protocolli clinici, o come referenti per altri pz con la stessa patologia. Ma per fare questo occorre una preparazione ed è quello che EUPATI si accinge a fare (dall’Ottobre 2014). Questi corsi durano 15 mesi, sono gratuiti e in gran parte online con 2 workshop a Barcellona, esami periodici e certificazione finale. Anche in USA ci si sta organizzando per coinvolgere nella preparazione della sperimentazione clinica i pz per migliorarne l’applicabilità.

Per i pediatri della terapia intensiva neonatale e per i neonatologi.
Mother’s voice and heartbeat sounds elicit auditory plasticity in the human brain before full gestation. PNAS 2015;112:3152. Si sa che le prime esperienze fetali sono il battito cardiaco e la voce materna, ma non si sa l’effetto che queste hanno, se ne hanno, sul SNC fetale. Esperimento: gli AA hanno fatto sentire nel primo mese di vita per 3 ore a 21 bambini prematuri (25-32 sg) una registrazione della voce e dei battiti cardiaci materni, adattata come se fossero rumori percepiti in utero. All’ecocerebrale a 1 mese i bambini esposti ai suoni materni avevano una corteccia uditiva bilateralmente più grande rispetto ai bambini di controllo esposti ai rumori di fondo ospedalieri. Tale effetto è risultato specifico per la corteccia uditiva, non per altre strutture come il corpo calloso. Si ipotizza che l’esposizione ai suoni materni dei neonati possa preparare adeguatamente il loro SNC allo sviluppo uditivo e al linguaggio, soprattutto nei prematuri (attenzione all’ambiente e ai rumori delle stanze di degenza dei prematuri, ndr).

PER I PEDIATRI E PER ALTRI SPECIALISTI (Pediatri, Neuropsichiatri Infantili, Neurologi, Ostetrici, Cardiologi, Psichiatri, ORL, Medici della riproduzione, Patologi ecc.).
Sudden cardiac death in athletes. BMJ 2015;350:h1218. La morte improvvisa di atleti è in genere dovuta a cause cardiache: se di età inferiore a 35 anni da malattie genetiche (elencate nel lavoro) o acquisite (abuso di farmaci, trauma toracico, miocardite virale, dissezione aortica); in gran parte dei casi miocardiopatie; se di età superiore a 35 anni da malattia coronarica. Può essere il primo episodio che esita nella morte o essere preceduto da segni come sincopi, dolore toracico, improvvisa aritmia ventricolare. Nel 30% delle morti improvvise di atleti non si trova la causa, e si deve verificare l’anatomia e la funzionalità cardiaca dei familiari, e nel 50% dei casi si trova la causa. Ci sono anche evidenze che l’intensa attività fisica favorisca la morte improvvisa. Prevenzione: screening medico accurato degli aspiranti atleti che comprende anamnesi familiare, ECG con 12 derivazioni (nel dubbio test da sforzo. Holter e RM cardiaca). In Italia tale programma è operativo dal 1982 e ha portato nel Veneto, pur con la limitazione di studi retrospettivi e con pochi numeri, ad una riduzione dell’89% delle morti improvvise. Ma in altri studi il potere diagnostico preventivo è risultato molto minore. La review clinica prosegue con le raccomandazioni internazionali per la prevenzione (Fig. 2 ), primaria o secondaria (stile di vita per coloro a rischio) tra cui la disponibilità ma anche la capacità di usare di defibrillatori (in Giappone ed in Austria chi fa la scuola guida segue uno specifico corso di uso del defibrillatore, per favorire quella che viene chiamata “catena della sopravvivenza”).

Arrhythmogenesis in a catecholaminergic polymorphic ventricular tachycardia mutation that depresses ryanodine receptor function. PNAS 2015, March 16:E1669. La Tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica è una sindrome aritmogena caratterizzata da aritmie cardiache con rischio di morte stimolate da esercizio fisico e stress emotivo. I pz. non hanno anomalie cardiache e possono presentare fibrillazione ventricolare o morire senza alcun segno premonitore. La malattie è geneticamente eterogenea, in buona parte dei casi si tratta della CPVT1 (MIM #604772) da mutazione del gene RyR2 (recettore rianodinico cardiaco) che codifica un canale del Ca che rende possibile la contrazione cardiaca. Ci sono mutazioni malattia con acquisizione di funzione o con perdita di funzione. E’ stato preparato un modello animale, topo eterozigote, per una mutazione con perdita di funzione nota nell’uomo che rende il canale del Ca poco attivo e che ha consentito di individuarne il meccanismo patogenetico.

Per tutti ma soprattutto per i neurologi:
Epilepsy: new advances. Lancet 2015;385:884. Review. Negli ultimi 10 anni sono stati fatti molti progressi nella comprensione della fisiopatologia delle epilessie e dei fattori che hanno un effetto sul suo decorso (anche se, come dice Nature Outlook sottoindicato, non si riesce ad individuare la causa nel 60% dei casi, ndr). E’ stato così possibile rivedere i criteri clinici per la terminologia e diagnostici di questa comune malattia. Un terzo dei pz sono resistenti alla terapia, questo nonostante la disponibilità ora di molti farmaci per controllare le crisi (vedi Tab. 1 e 2 con elenco dei farmaci di prima scelta, indicazione e effetti sfavorevoli, quelli nuovi e le sperimentazioni cliniche in corso). L’opzione chirurgica, riservata ad un piccolo numero di pz farmacoresistenti, è efficace in oltre il 50% dei casi. Ma la qualità di vita dei pz non è ancora ottimale e migliorarla è necessaria la collaborazione di tutti (vedi anche Epilepsy: redefining the boundaries. Lancet 2015;4:8 tra le Spigolature Gennaio 2015, Epilepsy. Nature 2014;511:S1, selezione Articoli Luglio 2014, e Premature mortality in epilepsy and the role of psychiatric comorbidity: a total population study. Lancet 2013;382:1646)(Spigolature Nov 2013).

Focus on epilepsy. Nature Neuroscience 2015;18:317. Editoriale con Review e Perspective sui meccanismi recentemente identificati che causano e che cronicizzano il fenomeno epilettico.
Pathway-driven discovery of epilepsy genes. Pg. 344 sui nuovi geni dell’epilessia, che coinvolgono l’eccitabilità neuronale e l’inibizione sinaptica, favorendo la comprensione dei network funzionali, conoscenze utili per la diagnosi e l’individuazione di nuove terapia (ora non sempre o completamente efficaci).
Molecular mechanisms of epilepsy. Pg. 367 sui meccanismi molecolari dell’epilessia.
Microcircuits and their interactions in epilepsy: is the focus out of focus? Pg. 351. Microcircuiti che regolando la diffusione delle convulsione costituiscono degli interessanti target per interventi terapeutici.
Sono disponibili modelli animali dell’epilessia (Animal models in epilepsy research: legacies and new directions. Pg. 339), storicamente di roditori, che hanno contribuito a chiarirne alcuni aspetti patogenetici, ma che in alcune aree non sono idonei per studi comparativi con l’uomo. Sono stati quindi sviluppati modelli di animali con lo zebrafish e la Drosofila che hanno il vantaggio di essere di piccole dimensioni e di prole numerosa idonei quindi per la manipolazione in vivo per l‘individuazione di nuovi farmaci.
Ma oltre ai modelli animali per studiare come si producono le crisi convulsive è possibile ricorrere alle cellule staminali da cellule dei pz, possono essere utili non solo per comprendere i meccanismi molecolari ma anche per la terapia (Reprogramming patient-derived cells to study the epilepsies. Pg. 360).
Beyond the hammer and the scalpel: selective circuit control for the epilepsies. Pg. 331. Il “martello” (terapia farmacologica tradizionale) per alcune forme di epilessia non funziona (globalmente in un terzo dei casi) e comunque comporta effetti collaterali. Per alcuni pz si può ricorrere allo “scalpello” chirurgico”, intervento non reversibile, non senza complicazioni e per questo viene applicato tardivamente (dopo 10-20 anni) e infine non sempre efficace, infatti a 10 anni di distanza dall’intervento in meno della metà dei casi non si osservano più crisi convulsive. Più promettente è l’optogenetica che consente di studiare il fenomeno convulsivo e l’epilessia con una risoluzione mai raggiunta dei circuiti neuronali e che potenzialmente può costituire un’efficace terapia.

Sempre per i Neurologi, ma anche per tutti per mantenere, in questa nostra Medicina così frammentata e tecnologica, la capacità di fare una diagnosi differenziale:
Case 9-2015: A 31-Year-Old Man with Personality Changes and Progressive Neurologic Decline. NEJM 2015;372:1151. Uomo di 31 anni con cambio di personalità con aspetti anche psichiatrici e progressivo declino neurologico. Dopo mesi applicata una valutazione neuro-comportamentale che ha rilevato lieve parkinsonismo, disfunzione dell’attenzione ed esecutiva, difetto di memoria, anomia (mancanza di norme) e assenza di affettività. RM cerebrale grave atrofia focale del lobo temporale anteriore sn con modesta atrofia dei lobi fronali. EEG normale. In DD errori congeniti del metabolismo ad insorgenza tardiva e malattie degenerative sella sostanza bianca (ora proseguite voi, ndr).

Per gli Ostetrici:
Placenta project. Nature 5 March 2015. Dice la nota (go.nature.com/ohtjm5) che sta venendo alla luce un organo misterioso ma importantissimo come la placenta grazie a un investimento di NIH di 41.5 milioni di US$. Saranno finanziati 8 team di ricerca con il compito di sviluppare mezzi per monitorare in tempo reale la placenta, per verificare indirettamente lo stato di salute del feto. Molti di questi fondi sono quelli che provengono dai fondi previsti per il National Children’s Study, progetto cancellato lo scorso Dicembre (Ambitious children’s study meets disappointing end. Science 2014;346:1441)(Spigolature Dicembre 2014).

Ostetrici e non:
***
Clinical applications of preimplantation genetic testing. BMJ 2015;349:g7611. Stato dell’arte sui test genetici preimpianto. Storia, presente e futuro della diagnosi genetica preimpianto (biopsia cellulare di embrione a rischio di anomalia genetica ereditata da uno o da entrambi i genitori) e screening genetico preimpianto (biopsia cellulare di embrione da genitori normali con ricerca di aneuploidia). L’informazione che se ne ricava serve per indicare quale embrione è idoneo per essere trasferito in utero. Mentre la diagnosi genetica preimpianto è ormai ritenuta clinicamente appropriata e diffusa per molte malattie genetiche, il ricorso allo screening genetico preimpianto per le aneuploidie rimane ancora controverso. I ricercatori ritengono che potrebbe essere utile ma occorrono più dati per la sua validazione. Secondo il rapporto del consorzio della Society of Human Reproduction and Embryology Preimplantation Genetic Diagnosis negli ultimi 10 anni di 27.630 cicli di fertilizzazione in vitro stati sottoposti al test preimpianto, con l’applicazione dello screening nel 61% dei casi e di test genetici per la restante parte. Vengono presentate per la diagnosi preimpianto le indicazioni, come malattie mendeliane e anomalie cromosomiche strutturali bilanciate nei genitori, le tecniche diagnostiche e alcune difficoltà di individuazione delle anomalie. Analogamente per lo screening genetico, il ricorso alla FISH, array-CGH e SNP, real time PCR e NGS, con vantaggi e svantaggi. Vengono anche discussi i possibili errori diagnostici dovuti allo stadio in cui si effettua la biopsia (meglio la blastocistica), a fattori biologici, tecnici e metodologici (Box 3).

Informed Consent and the First Amendment. NEJM 2015;372:1275. La Corte suprema USA nel 1992 ha confermato la necessità per i medici di fornire informazioni che incoraggino la donna a riconsiderare la sua decisione di abortire, senza che questo causi per lei un “undue burden” (peso indebito). Ora la Corte suprema è chiamata a intervenire nuovamente sul consenso informato per una decisione delle Corti di Appello del Quarto circuito (distretto giudiziario) che contrasta con altre decisioni. Il Quarto circuito è intervenuto sullo statuto del Nord Carolina (Display of Real-Time View Requirement), che richiede che il medico che esegue un’ecografia fetale renda edotta la pz di quello che il medico fa e di quello che vede. La donna può coprirsi gli occhi e chiudersi le orecchie ma il medico deve spiegare comunque. La relativa Corte di appello è intervenuta perché questo statuto viola il Primo emendamento (oltre al buon senso, ndr)(il Primo emendamento della Costituzione USA prevede la terzietà della legge rispetto al culto della religione, nonché la libertà di parola e stampa; il diritto di riunirsi pacificamente; e il diritto di appellarsi al governo per correggere i torti). Lo stato è interessato a regolare la pratica medica, favorire le cure efficaci e sicure, fare in modo che il pz abbia tutte le informazioni per prendere le sue decisioni riguardo alla salute. La Corte nel contestare quanto dice lo statuto fa presente che questo obbliga il medico a scoraggiare l’aborto, ma il medico non deve essere tenuto a fare da portavoce dello stato. Il consenso informato consente al pz di prendere una decisione informata, il ruolo del medico dovrebbe essere quello di adattare quello che dice alle preferenze e alle necessità del pz (questo è il principio base del counseling genetico, ndr) e non di favorire le scelte che lo stato vorrebbe fossero fatte. Una legge che dice esattamente quello che il medico deve dire, indipendentemente da quello che sente e pensa il pz, “make a mockery (parodia) of informed consent and patient autonomy” e “Protection of patients’ rights should not be used as a pretext to promote partisan political purposes in the examining room”.

Can patients use test results effectively if they have direct access? BMJ 2015;350:h673. Head to head di una questione ricorrente in BMJ.
SI’. Tradizionalmente i dati clinici e i risultati dei test sono comunicati dal medico che è in grado di interpretarli e inserirli nel contesto generale del pz. Ma l’accesso ai dati da parte del pz è un dato positivo soprattutto per quelli cronici e migliora il rapporto medico-pz. In più sono numerosi i casi di risultati comunicati al medico e poi non trasmessi al pz o addirittura sottovalutati dal medico stesso. Sono state prese nel 2014 sia in USA (Dep. Health Human Services) che dal NHS UK iniziative per informare del risultato del test non solo il medico ma anche il pz. Un punto importante rimane quanto viene spiegato al pz prima del test. Se è stato fatto bene l’esperienza dice che il pz è soddisfatto e che raramente ricorre ad altre fonti (internet es.). E un altro buon risultato sulla relazione medico-pz è la disponibilità che il pz contatti il medico tramite un consulto diretto o usando altre vie (telefono, internet).
NO. Chi è favorevole non può trascurare il fatto che ci sono pz che non hanno le capacità di capire, anche perché la risposta non è preparata per il pz ma per il medico inviante e talora nel referto non ci sono valori di riferimento o commenti. E ci sono anche studi che dicono che anche se ci sono valori di riferimento la comprensione dei pz è piuttosto bassa e comunque non indirizza all’azione. E poi un dato va visto nel contesto più generale e clinico. Occorrerebbero allora referti più chiari (dedicati al pz? Ndr) perché “data that are not understood will always remain data unused”.

Insulin resistance in brain alters dopamine turnover and causes behavioral disorders. PNAS 2015;112:3463. Interessante possibilità di prevenire la patologia cognitivo-comportamentale correlata con l’età nel diabete m. resistente all’insulina. Ricorrendo al topo con un knockout specifico cerebrale del recettore insulinico (NIRKO mice) risulta che tale condizione è associata ad un’alterata funzione mitocondriale ed espressione di monoaminoossidasi (MAO)(che sappiamo essere associati a varie malattie psichiatriche) ed aumentato turnover dopaminico nel sistema mesolimbico. Tale effetto può essere risolto ricorrendo agli inibitori MAO, noti antidepressivi. Questi risultati sottolineano quindi un relazione potenziale tra resistenza insulinica centrale e disturbi comportamentali.

CFTR and sphingolipids mediate hypoxic pulmonary vasoconstriction. PNAS 2015 March 17:E1614. La vasocostrizione ipossica polmonare (HPV) è un meccanismo fisiologico di protezione dell’ipossiemica sistemica, ma se cronica può portare all’ipertensione polmonare. In questo studio si dimostra che gli sfingolipidi hanno nella HPV un duplice ruolo come mediatori di segnale che dipende dalla presenza di CFTR, proteina del gene che è mutato nella Fibrosi Cistica. Quindi è stato identificato un meccanismo responsabile della ipossiemia in questa malattia.

Forced Vital Capacity in Idiopathic Pulmonary Fibrosis —FDA Review of Pirfenidone and Nintedanib. NEJM 2015;372:1189. La capacità vitale forzata (volume totale di aria espulsa in un'espirazione forzata partendo da un'inspirazione completa)(FVC) è ridotta nella fibrosi polmonare idiopatica, malattia devastante da causa non nota per la quale l’unica terapia era il trapianto di polmone. Nell’Ottobre 2014 la FDA ha approvato due farmaci Pirfenidone (che agisce sui pathway anti-infiammatori e anti-fibrotici con meccanismo non noto) e Nintedanib (inibitore tirosin chinasi) che influenzano positivamente la FVC in questa malattia. Viene fatta la storia del lungo processo di approvazione dei due farmaci e dell’efficacia, con un effetto di rallentamento del processo di riduzione di FVC. Ora la questione è se usarli isolatamente o contemporaneamente.

STATISTICAL QUESTION
Standard deviation or the standard error of the mean. BMJ 2015;350:h831. Si è volute valutare l’effetto della dieta con basso indice glicemico durante la gravidanza per donne non diabetiche a rischio di macrosomia fetale (neonato con > 4kg di peso)(precedente nato macrosomico). Sperimentazione randomizzata con 372 a dieta e 387 con dieta normale. I parametri controllati sono il peso neonatale e la crescita ponderale materna in gravidanza. Caratteristiche iniziali delle trattate: BMI 26.8 (DS 5.1), controlli 26.8 (DS 4.8).
Osservata una differenza non significativa di peso neonatale maggiore per madri in dieta. Invece la crescita ponderale materna è significativamente minore nelle trattate (12.2 con ES 0.23) vs 13.7 (0.25), con una differenza media di -1.35 kg. Conclusioni nessun effetto della dieta materna sulle dimensioni fetali, mentre significativa differenza di crescita di peso per quelle in dieta di donne a rischio di macrosomia fetale.
Which of the following statements, if any, are true?
a) The standard deviation of the BMI quantified the variation in measurements at baseline for the sample members allocated to a treatment group;
b) The standard error of the birth weight quantified the variation in measurements of birth weight in the population;
c) At baseline, about 66% of sample members had a BMI that was within one standard deviation of the sample mean;
d) If the sample size increased, the size of the standard error would be expected to decrease.

Confidence intervals, P values, and statistical significance. BMJ 2015;350:h1113. Ricerca randomizzata con placebo: cerotto con nicotina sino al parto in gravide fumatrici (>5 sigarette/die) dalle 12-20 sg sino al parto (203 con nicotina e 199 con placebo). Si è ottenuta astinenza completa nel 5.5% di quelle con nicotina vs 5.1% con placebo (OR 1.08 con IC 0.45-2.60). Il peso medio neonatale era più alto nel gruppo con nicotina (3.065 g ES 44) vs 3.015 ES 44), con differenza di 50 g (- 71.1-172.3).
Which of the following statements, if any, are true?
a) The odds ratio for abstinence until delivery was statistically significant at the 5% level because the associated 95% confidence interval did not straddle zero,
b) The difference between treatment groups in mean birth weight was not statistically significant at the 5% level because the associated 95% confidence interval straddled zero,
c) A 95% confidence interval provides a test of the statistical hypotheses at the 5% level of significance.

IMMAGINI
Pseudopseudohypoparathyroidism. Lancet 2015;385:1123. Maschio di 37 anni con valvola aortica bicuspide, corretta chirurgicamente a 31 anni, ricoverato per febbre di lunga durata associata a dolore mandibolare sn. All’obiettività oltre alla bassa statura (155 cm) notata simmetrica brevità del 4 e 5° dito e dei relativi metacarpi (nocche), con immagini radiologiche compatibili con Osteodistrofia ereditaria Albright (belle immagini, tipiche. Ndr). Non ha calcificazioni ectopiche alla Rx torace e la calcemia, la fosfatemia e il paratormone sono risultati normali, per cui la diagnosi è stata di pseudo-pseudopoparatirodismo, condizione simile all’Albright ma senza resistenza al paratormone.
Ambedue sono dovute a una mutazione con perdita di funzione di una subunità della proteina Gs codificata dal gene GNAS. Se la mutazione interessa l’allele materno causa pseudoipoparatoroidismo tipo 1a (MIM #103580), con espressione della proteina da parte del solo dell’allele paterno, mentre se la mutazione riguarda l’allele paterno, con espressione della proteina solo da parte dell’allele materno, causa lo pseudo-pseudoipoparatirodismo (MIM #612463). Quindi un effetto imprinting. Le cellule tubulari renali esprimono prevalentemente l’allele materno e così la mutazione dell’allele paterno comporta una normale risposta renale al PTH. Allora, sembra paradossale ma è ovviamente logico: i figli di una donna con Pseudo-pseudoipoparatirodismo hanno la probabilità del 50% di avere Pseudoipoparatirodismo 1a.
E il nostro pz? Non ha voluto fare il test genetico, riferisce che anche suo padre era piuttosto basso ma aveva mani normali. E comunque la febbre e il dolore erano dovuti ad un ascesso di un dente (storia curiosa, ma istruttiva. Ndr).

Segmental Neurofibromatosis. NEJM 2015;372:963. Bambina di 4 anni con noduli cutanei al tronco: NF1 segmentale.

Becker’s Nevus. NEJM 2015;372:1249. Ipermelanosi nevoide benigna.

TERATOLOGIA
Statins and congenital malformations: cohort study. BMJ 2015;350:h1035. Le statine, usate comunemente per trattare l’iperlipidemia e le complicazioni connesse, sono controindicate in gravidanza in quanto vi sono pochi dati sulla loro possibile teratogenicità.
In questo studio di coorte di 1.152 donne (0.13%) che hanno usato statine nel 1° trimestre di gravidanza la prevalenza dei malformazioni congenite è stata del 6.34% contro il 3.55% di gravide non esposte a tale farmaco (RR 1.79 con IC 95% 1.43-2.23). Il controllo dei fattori confondenti, come il diabete mellito prima della gravidanza, spiega tale incremento di rischio (RR 1.07 con IC 95% 0.85-1.37).
Quindi le statine non risultano essere teratogene.
L’Editoriale è cauto: Statins in pregnancy. BMJ 2015;350:h1484. Lavoro ben condotto ma “single studies are never enough” e “New safety data are reassuring, but suspension of treatment is still advisable”.

TERAPIA GENICA/CELLULE STAMINALI
***
Mongersen, an Oral SMAD7 Antisense Oligonucleotide, and Crohn’s Disease. NEJM 2015;372:1104 (quasi tutti AA italiani). Il Crohn è una malattia infiammatoria caratterizzata da una ridotta attività della citochina con attività immunosoppressiva TGF- β1 a causa di alti livelli di un inibitore del segnale TGF- β1, SMAD7. Gli studi preclinici e la sperimentazione in fase 1 hanno dimostrato che il ricorso ad un oligonucleotide antisenso per os di SMAD7 ha come bersaglio SMAD7 dell’ileo e del colon. Presentati i risultati di una sperimentazione clinica di fase 2 a doppio cieco con dosi diverse del farmaco (Mongersen). Obiettivo principale riduzione e mantenimento per almeno 2 settimane di un punteggio di attività infiammatoria specifico (CDA1) con assenza di effetti sfavorevoli al farmaco; quello secondario la risposta clinica (una netta riduzione del punteggio CDA1). Risultati: significativa maggior frequenza di remissione e di risposta clinica nei trattati rispetto ai controlli (EudraCT number, 2011-002640-27)(European Clinical Trials Database). Vedi anche Editoriale (Oral SMAD7 Antisense Drug for Crohn’s Disease. Pg. 1166) che, pur sottolineando alcuni aspetti ancora da chiarire, termina così “we have indeed entered a new phase of Crohn’s disease treatment”.

***
Embryo editing divides scientists. Nature 519:272. Sottotitolo: “Researchers disagree over whether making heritable changes to genes crosses an ethical line”. Il gene editing è una tecnica impiegata per correggere una mutazione, taglia il DNA in un punto specifico, lo elimina e riscrive in quella sede la corretta informazione genetica. Le tecniche sono rapidamente migliorate e l’ultima applicabile, CRISPR/Cas9, è molto facile da usare (vedi Therapeutic genome editing: prospects and challenges. Nature Medicine 2015;21:121)(selezione Articoli Febbraio 2015). Il gene editing è applicato nelle cellule somatiche, come ad es. per rimuovere una gene dai globuli bianchi che codifica un recettore che consente all’HIV di entrare nella cellula. Ma ora si presenta la possibilità di usare questa tecnica per modificare il genoma delle cellule uovo e delle cellule uovo fertilizzate cioè di determinare modificazioni germinali. Sulla sua applicazione negli embrioni umani gli scienziati sono tutti d’accordo nel limitare per ora al massimo il ricorso a tali tecniche, ma sono divisi sul perché. Infatti alcuni dicono che risolti i problemi di sicurezza l’applicazione di queste tecniche avrà un brillante futuro per l’eliminazione di malattie devastanti; altri sostengono invece che modificare il DNA di embrioni in modo tale che queste modifiche possono essere trasmesse nelle successive generazioni pone dei limiti etici da non superare (vedi commento Don’t edit the human germ line. Nature 2015;519:410 che avvisa che “Heritable human genetic modifications pose serious risks, and the therapeutic benefits are tenuous”, quindi non vanno usate nemmeno per ricerca). Ma, come sopra precisato, altri pensano che se si dimostra che tale tecnica non è dannosa (rischio di produrre altre mutazioni ad es.) si può applicare anche all’embrione. La diatriba si sposta, come riporta l’articolo, sulla fecondazione in vitro, la diagnosi e la correzione del difetto prima dell’impianto dell’embrione. Si propone una conferenza generale dell’Accademia Nazionale delle Scienze USA con medici, ricercatori e popolazione per verificare i pro e i contro del germline editing. Ma “i buoi sono già scappati” perché le cose stanno comunque procedendo rapidamente e sottovoce si dice che molti articoli che descrivono questa applicazione terapeutica sono stati inviati per pubblicazione alle principali riviste.

***
Functional correction in mouse models of muscular dystrophy using exon-skipping tricyclo-DNA oligomers. Nature Medicine 2015;21:270. Sono già in sperimentazione clinica terapia basate sullo skipping esonico con oligonucleotidi antisenso (AON) per alcune malattie neuromuscolari o neurodegenerative (Rectifying RNA splicing errors in hereditary neurodegenerative disease. PNAS 2015;112:2637 e Rectifier of aberrant mRNA splicing recovers tRNA modification in familial dysautonomia. Pg. 2664)(Articoli Febbraio 2015)(A rebirth for drisapersen in Duchenne muscular dystrophy? Lancet Neurology 2014;13:963 e Safety and effi cacy of drisapersen for the treatment of Duchenne muscular dystrophy (DEMAND II): an exploratory,randomised, placebo-controlled phase 2 study. Pg. 987 (Spigolature Ottobre 2014).
Ma l’uso sistemico di AON non è molto efficace per il suo scarso assorbimento tissutale e questo è anche confermato dalla scarsità dei miglioramenti clinici nelle sperimentazioni. Viene presentata una nuova classe di oligonucleotidi antisenso costituiti da tcDNA (DNA a tripla elica) che mostrano di avere interessanti ed uniche proprietà farmacologiche e un ottimo assorbimento tissutale.
In due diversi modelli murini di m. Duchenne, in cui la mutazione causa di malattia in genere è una delezione con scivolamento di fase o nonsenso del gene codificante la distrofina, anche se gli AON non passano la barriera emato-encefalica, se tcDNA sono somministati per via sistemica recuperano considerevolmente l’espressione della distrofina nel muscolo scheletrico, nel cuore e, in misura minore, anche nel cervello. Nel topo viene dimostrato poi un miglioramento dose-dipendente della forza muscolare e un miglioramento della funzione respiratoria compromessa nell’animale non trattato. Questa terapia con tcDNA-AON è stata ben tollerata senza effetti sfavorevoli e potenzialmente potrebbe essere impiegata per quelle condizioni che richiedono un trattamento multiorgano come il Duchenne e altre malattie neuromuscolari. Sono in corso sperimentazioni per la sua tollerabilità.

Anemia: progress in molecular mechanisms and therapies. Nature Medicine 2015;21:221. Nuove conoscenze su come vengono prodotti i globuli rossi, sui meccanismi patogenetici alla base delle varie forme di anemia e sulle nuove terapie. Ne beneficeranno i pz con emoglobinopatia o con altre malattie dell’eritropoiesi (es. Blackfan-Diamond) o con anemia da malattia renale cronica, infiammativa o cancro.
I farmaci per trattare l’anemia coinvolgono pathway recentemente individuati nella produzione di queste cellule, nel metabolismo del ferro, nell’espressione della famiglia di geni della globina fetale. E anche la terapia genica con vettore virale e terapie che usano la tecnologia di gene editing per correggere la mutazione.

A proposito di costi per la terapia delle malattie rare:
$1-million price tag set for Glybera gene therapy. Nature Biotechnology 2015;33:217. Sta per essere introdotta nel mercato in Germania la prima terapia genica approvata in Europa (Uniqure di Amsterdam con partner commerciale italiano: Chiesi di Parma) per la cura del difetto di lipasi lipoproteica (m. ad inizio infantile con ripetuti episodi di dolore addominale, attacchi ricorrenti di pancreatite, xantomatosi cutanea ed epatosplenomegalia) con Glybera. Al costo di 1 milione di D USA per trattamento. Un’altra terapia genica molto promettente è quella annunciata al recentissimo American Society of Hematology meeting di San Francisco dello strepitoso successo della terapia con LentiGlobin BB305 (Blue Bird Bio, Cambridge Massachussets) per la cura della Talassemia (sperimentazione Fase 1/2) e ora anche per la grave Falcemia mediante un vettore lentivirale con trasferimento di cellule staminali ematropoietiche dello stesso pz trattate. Problema facilmente prevedibile ma che è rimasto “under the radar” ovunque (personalmente ne ho fatto una proposta a CD SIGU per il meeting di quest’anno, ndr): chi paga e come?
Che soluzioni? 1. come sembra per Glybera in Europa, pagamento tutto in una volta; 2. un pagamento protratto negli anni; 3. si paga solo se e come fa effetto nel corso del follow-up. Ma allora gli effetti dovrebbero essere facilmente misurabili e questo potrebbe essere per il trattamento della Talassemia che comporta grossissime spese per le continue trasfusioni di sangue. Il pagamento distribuito nel tempo potrebbe essere ben accetto per le assicurazioni private USA che non possono rifiutare pz per condizioni pre-esistenti, spese che in questo caso sarebbero limitate ad un periodo di vita relativamente breve del loro assistito. I prezzi: dicono le compagnie che un altro componente del valore aggiunto è costituito dalla qualità di vita e dal valore sociale della terapia genica, in particolare quando con un unico intervento terapeutico si evita una terapia che dura tutta la vita. E’ prevedibile che nel prossimo futuro, soprattutto per le malattie rare, con una corretta valutazione costo-beneficio, si riuscirà ad avere un adeguato controllo dei costi di queste terapie.

Reducing the cost of rare disease drugs. Lancet 2015;385:746. Editoriale di un commento sul costo dei farmaci per malattie rare (Rare diseases and eff ective treatments: are we delivering? Rare diseases and effective treatments: are we delivering? Pg. 750)(AA italiani). Le varie legislazioni sulle malattie rare hanno fornito incentivi alle compagnie per produrre farmaci. E in effetti sono stati approvati più di 100 medicine per specifiche malattie. Ma le compagnie hanno compensato il ridotto numero di pz aumentando eccessivamente i prezzi. Ad es. il costo totale per 20 anni per un pz con Fibrosi Cistica (con mutazione G551D, non comune, ndr) usando Ivacaftor o per uno con emoglobinuria parossistica notturna usando Eculizumab è di 8 milioni di $ USA. Insostenibile. Vengono proposti alcuni suggerimenti pratici e fatte alcune considerazioni. 1. Diagnosi rigorosa e rigorosa aderenza alle specifiche indicazioni, alle modalità di accertarne l’efficacia del farmaco e gli effetti collaterali e una riduzione dei costi. 2. Adozione di un registro di alta qualità continuamente aggiornato di pz con ogni malattia rara che comporta alti costi per la terapia farmacologica. 3. Infine (most important, ndr) costi non imposti ma negoziati.
I farmaci non sono un bene di consumo che puoi acquistare o non acquistare in base al prezzo, come al supermercato. E non si può rifiutare per motivi economici ad una persona una terapia per una malattia rara, ma questa deve essere legalmente prescrivibile. Quindi, come si è pronunciato il Senato USA nel 2014 a proposito del farmaco per l’epatite C Sofosbuvir (1.000 $ per dose), “the principle that for any drug there must be proportionality between production cost and pricing”.

ZIBALDONE
Preventing overdiagnosis: the myth, the music, and the medical meeting. BMJ 2015;350:h1370. Mito o realtà, che può comportare un rilevante danno ai pz che vogliamo curare? Da qualche anno BMJ ha promosso una raccolta di parere su questo argomento. E si fanno congressi (il terzo) dal titolo come prevenire l’eccesso diagnostico (http://www.preventingoverdiagnosis.net/)(ndr: credo, con l’applicazione nella pratica medica delle nuove tecniche genetiche, da aCGH a NGS, che come Genetisti clinici dobbiamo farci la domanda su posta).

Measuring child abuse’s legacy. Science 2015;347:1408. Si dice che le vittime di violenza fisica o abuso in età infantile tendono a ripetere tali atti nei loro figli (il cosiddetto “ciclo di violenza”), con una frequenza che va dal 7 al 70% dei casi, ma per le difficoltà di raccogliere dati ufficiali ed attendibili mancano dati scientificamente controllati. Questo è il primo ampio studio longitudinale per verificare come le vittime di abuso durante l’infanzia trattano i loro figli (Intergenerational transmission of child abuse and neglect: Real or detection bias? Science 2015;347:1480) non trova che i genitori che hanno subito da piccoli violenza siano più proni ad esercitare violenza nei propri figli, mentre invece l’abuso sessuale e l’abbandono possono in realtà essere trasmessi alla generazione successiva (3.4% nei controlli vs 7.7% nel gruppo di persone che hanno subito abuso da piccoli).

Documento sulla necessità di coinvolgere i minori che sono in fine di vita nella difficile decisione di passare dalle cure attive a quelle palliative. Involve children with life limiting conditions in decisions to stop treatment, says new guidance. BMJ 2015;350:h1621, che commenta un articolo che propone suggerimenti pratici preparati dal Royal College of Paediatrics and Child Helath (Making decisions to limit treatment in life-limiting and life-threatening conditions in children: a framework for practice. Arch Dis Child 2015; 100(Suppl 2):s1. A scanso di equivoci gli AA sottolineano subito che il documento vuole specificare solo in quali circostanze sia ritenuto eticamente condivisibile applicare o non applicare terapie che mantengono in vita il bambino, non situazioni in cui la terapia debba necessariamente essere mantenuta o tolta, e in quali circostanze sarebbe opportuno evitare al bambino procedure invasive inappropriate e non invece specificare per quali bambini vadano evitate appropriate procedure.

SWI/SNF chromatin remodeling regulates alcohol response behaviors in Caenorhabditis elegans and is associated with alcohol dependence in humans. PNAS 2015;112:3032. La dipendenza da alcool è un problema serio, frequente ed ubiquitario. E’ risultato sinora complesso comprenderne le basi biologiche e i meccanismi di interazione con i fattori ambientali. Le modificazioni epigenetiche stanno in mezzo tra ambiente e geni; studi in vari modelli tra cui anche quelli animali fanno pensare che i meccanismi epigenetici regolino l’espressione genica in risposta all’alcool e che sono associati alla progressione verso la dipendenza e alla rapida tolleranza all’etanolo, che porta alla dipendenza,. In questo lavoro si dimostra che nella C. elegans il complesso SWI/SNF di rimodellamento cromatinico, che modifica lo stato trascrizionale dei geni bersaglio, è coinvolto nell’organismo adulto e nei neuroni nello sviluppo della tolleranza acuta all’etanolo. Nell’uomo una variante allelica di un membro di SWI/SNF è associata alla dipendenza da alcool, fatto che suggerisce che variazioni di regolazione dei geni bersaglio di questo complesso possono influenzare le predisposizione a sviluppare dipendenza.

The cigarette catastrophe continues. Lancet 2015;385:938. Perspective ed Editoriale (What will it take to create a tobacco-free world? Pg. 915) dai titoli inequivocabili su come si può evitare le morbilità e la mortalità da fumo e numerosi altri contributi (Deaths and taxes: stronger global tobacco control by 2025. Pg. 918; Progress with the global tobacco epidemic. Pg. 924; Tariana Turia: looking ahead to a tobacco-free New Zealand. Pg. 937; Global trends and projections for tobacco use, 1990–2025:an analysis of smoking indicators from the WHO Comprehensive Information Systems for Tobacco Control. Pg. 966; A tobacco-free world: a call to action to phase out the sale of tobacco products by 2040. Pg. 1011; The road to effective tobacco control in China. Pg. 1019; Exposing and addressing tobacco industry conduct in low-income and middle-income countries. Pg. 1029). Lancet lancia una campagna di un mondo senza tabacco per il 2024 (e così forse avremo anche le strade un po’ più pulite senza mozziconi in ogni angolo, anche nei luoghi storici o pacchetti vuoti ed accartocciati. Ndr).

L’applicazione della tecnica di genome editing (CRISR e Talen) per produrre insetti resistenti ai patogeni e causa di malattie come la malaria e la febbre da Dengue. Silencing of end-joining repair for efficient site-specific gene insertion after TALEN/CRISPR mutagenesis in Aedes aegypti. PNAS 2015;112:4038.

Per gli appassionati di storia, i rilievi archeologici delle prime (178 a.C.) fortificazioni militari romane nell’area di Trieste, le uniche sinora trovate in Italia. Il campo militare di San Rocco sembra essere il primo insediamento per la città di Trieste. Early Roman military fortifications and the origin of Trieste, Italy. PNAS 2015 March 16:E1520.

Dimmi cosa mangi e ti dirò che sei: per gli appassionati di cucina e per chi si occupa di obesità c’è l’intero fascicolo di Cell del 26 Marzo dedicato al cibo e alle patologie correlate, con qualche nota di genetica e di epigenetica.
Biophysics of Molecular Gastronomy. Cell 2015;161:5.
Food for the Brain. Pg. 9. Sono necessarie ulteriori ricerche e nuove tecnologie per combattere la malnutrizione e le malattie associate all’eccesso di cibo.
Modeling Human Nutrition Using Human Embryonic Stem Cells. Pg. 12. Le nuove tecniche con organoidi consentiranno di ottenere cellule staminali e modelli in vitro del sistema gastrointestinale che consentiranno di studiate la nutrizione umana.
Putting the Balance Back in Diet. Pg. 18. Conoscere il bilancio dietetico è fondamentale per la salute. Nuovi avanzamenti nella geometria nutrizionale stanno spiegandoci gli effetti interattivi dei vari nutrienti sulla salute, durata della vita, invecchiamento e riproduzione.
Multisensory Flavor Perception. Pg. 24. Vari sensi contribuiscono alla nostra percezione del cibo e incominciamo ora a capire che la stessa integrazione multisensoriale che avviene tra udito, visione e tatto ci aiuta a capire come sentiamo i sapori.
Cultivating Healthy Growth and Nutrition through the Gut Microbiota. Review Article. Pg. 36. L’importanza del macrobiota nelle prime fasi nutrizionali nello sviluppo postnatale dell’uomo.
E altri lavori tra cui
I’m Eating for Two: Parental Dietary Effects on Offspring Metabolism. Review Article. Pg. 93. Oltre ai fattori genetici ed ambientali ora sappiamo che il metabolismo di ciascuno di noi dipende anche dalla dieta e da influenze ambientali che hanno riguardato i nostri genitori.
Promoting Health and Longevity through Diet: From Model Organisms to Humans. Review Article. Pg. 106. La riduzione del cibo o la restrizione calorica allunga la vita.
The Hunger Genes: Pathways to Obesity. Review Article. Pg. 119. Per applicare efficaci interventi preventivi e terapeutici dobbiamo imparare a conoscere i pathway della suscettibilità e dello sviluppo dell’obesità.
How to Stop the Obesity Epidemic? Pg. 173. Sei diversi pareri così sintetizzabili: ricercatore di Shanghai: Ice breaking, cioè conoscenza dei meccanismi patogenetici; del Karolinska: Move it and lose it, cioè modificare lo stile di vita con attività fisica e dieta, e “it may be better to be fit and fat than lean and lethargic”; Charlton MA: Research, Not Surgery; Harvard: Fat Is Not Your Enemy! Non tutto il grasso fa male, il grasso marrone e quello beige proteggono dall’obesità e il diabete, questo nei roditori; Cambridge: The Secrets of Outliers cioè lo studio genetico dei fenotipi estremi; Max Planck Brain behind Feeding, cioè la comprensione dei neurocircuiti che controllano l’assunzione di cibo, la spesa energetica e il metabolismo glucidico. Quando comprenderemo i vari pathway avremo nuovi presidi terapeutici. “We are facing an exciting era in obesity research”.
E infine lo SnapShot: GI Tract Development. Pg. 176.

RISPOSTE CORRETTE
Standard deviation or the standard error of the mean
a, c, d sono vere, mentre b è falsa

Confidence intervals, P values, and statistical significance
b e c sono vere, mentre a è falsa.