Scelta di articoli
di Genetica Clinica/Umana pubblicati in Dicembre
2014 nelle seguenti riviste: British
Medical Journal, Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature
Genetics, Nature Medicine, Nature Neuroscience, Nature Reviews Genetics, Nature
Reviews Neuroscience, NEJM, PNAS, Science & Cell.
ARTICOLI DA NON PERDERE
ERKquake in Noonan syndrome: one step closer to personalized medicine. Nature
Biotechnology 2014;17:1627. Commento
dell’articolo Mechanism and treatment for learning and memory deficits in
mouse models of Noonan syndrome (Pg. 1736) sulla prova di concetto che la
correzione del sistema di segnale durante la vita adulta nel modello murino di
s. Noonan normalizza il fenotipo cellulare e cognitivo. Il 30-50% delle persone
con s. Noonan (prevalenza 1:1.000-2.500) ha deficit cognitivo di cui non si
conoscono le basi biologiche. Topi knock-in con una di due mutazioni note di
Ptpn11 (N308D
e D61G)(l’ultima causa un fenotipo più grave) hanno alterazioni persistenti sinaptiche a livello
ippocampale e deficit di memoria di lungo termine, fenotipo simile a quello
presente nei pz con s. Noonan. Sono stati trattati con inibitori di MEK o con
un farmaco, già approvato dalla FDA (Lovastatina! Ricorrono i farmaci già in
uso che potrebbero avere più funzioni terapeutiche, Ndr), che blocca il segnale
Ras-Erk. Questo è in accordo con quanto già pubblicato dell’efficacia sulla
memoria a lungo termine con la normalizzazione del segnale Ras-Erk nei topi con
mutazione del gene della Neurofibromatosi (un’altra RASopatia)(ma purtroppo nella
NF1 la sperimentazione clinica nell’uomo non ha dato risultati così
incoraggianti: Lancet Neurology 2013;12:1076. Ndr)(ma potrebbe essere utile
provare nella s. Noonan, ndr)(vedi sotto).
Comparison of the transcriptional landscapes between
human and mouse tissues. PNAS
2014;111:17224. Studiato in vari tessuti del topo e
dell’uomo il trascrittoma e l’epigenoma. Sono maggiori le differenze uomo-topo
rispetto alle uguaglianze, con differenze significative di espressione sia dei
geni non codificanti che di quelli conservati codificanti proteine. Questo
spiega le differenze fisiologiche e di risposta ad eventi delle due specie
(come ad es. l’insuccesso terapeutico per le difficoltà di apprendimento nella
NF1 con le statine, mentre funzionano nel modello murino).
Personal
genome service launches in UK. BMJ 2014;349:g7435. La
compagnia 23andMe ha lanciato in UK un servizio di Personal genetic testing
diretto al consumatore nonostante le restrizioni poste dalla FDA per iniziative
simili in USA: in pratica spedisce al richiedente un kit per la raccolta di DNA
da saliva ed al costo di € 158
fornisce una risposta che riguarda più di 100 malattie o caratteri che vanno
dall’Alzheimer alla calvizie, passando per la FC, anomalie coagulative e la
risposta a farmaci.
Ovvie
le obiezioni dei genetisti inglesi: in UK abbiamo eccellenti laboratori di
genetica che possono offrire un servizio su indicazione e soprattutto evitando
i prevedibili e pericolosi fraintendimenti di una offerta diretta al
consumatore. Altri saggiamente ammettono che, sbagliata o giusta che sia questa
iniziativa, ormai è operativa. Lo stato deve invece vigilare che le compagnie
private assicurino risultati scientificamente accurati e non allarmistici.
Questo serve anche per diffondere al pubblico le potenzialità della genetica
(aspettiamo anche da noi un’iniziativa
simile o ci sbrighiamo a far funzionare la diagnostica assistenziale NGS su
base regionale non facendo finta di farla e con tempi certi e non di 18 mesi o
più? Ndr).
First
11 genomic medicine centres are named by NHS England. BMJ 2014;349:g7787.
Dal Febbraio 2015 in UK 11 centri di Medicina Genomica recluteranno pz con
cancro (mammella, colon, prostata, ovaio, polmone, leucemia) o una malattia
rara (110 diverse condizioni) per un’analisi di NGS secondo il progetto 100.000 Genomes Project (vedi
Genome project aims to transform
treatment of cancer and rare diseases. BMJ 2014;349:g49729)(selezione articoli Luglio 2014),
questo per facilitare la ricerca, la diagnosi (ad es. la stima per le m. rare è
di arrivare al successo diagnostico in oltre il 60% dei casi) e lo sviluppo di
nuove terapie come ad es. per ridurre gli effetti collaterali della
chemioterapia. Alcune persone reclutate godranno immediatamente dei benefici
della ricerca, altre forniranno dati utili per l’intera popolazione. Interessante anche il fatto
che questo potrebbe essere una prima verifica se sia indicato sequenziare il genoma
dell’intera popolazione inglese. Con
giustificato orgoglio si dice: “We wanted
Britain to lead by being the first nation on earth to sequence the whole genome
of patients at scale and to combine it with the clinical data that we have at
the heart of the NHS”.
I
ricercatori ne trarranno beneficio per il libero accesso ai dati resi anonimi:
“It’s like a reading library: you come and read the data, you don’t take
individual data away, so it has got the maximum levels of security that we
currently apply”.
Programme
for genetic diagnosis of rare diseases proves feasible for routine clinical
practice. BMJ
2014;349:g7781. Commento di un lavoro in press su Lancet (Genetic diagnosis of developmental disorders in the DDD
study: a scalable analysis of genome-wide research data) che riporta la resa diagnostica
di array e WES in 1.133 bambini con malattie dello sviluppo per i
quali le precedenti indagini cliniche e genetiche non avevano portato alla
diagnosi. Il punto di partenza è quello della necessità di condivisione delle
metodologie e dei risultati delle nuove analisi genetiche tra chi fa ricerca e chi
fa diagnostica. L’ampia popolazione studiata riguarda un network di oltre 180
clinici dei 24 servizi regionali di genetica UK (progetto Deciphering
Developmental Disorders: DDD)(una bella iniziativa che potrebbe essere adottata
anche da noi, ma ho qualche dubbio che possa concretizzarsi coinvolgendo tutti
coloro che da tempo applicano sul serio e non a parole NGS per la diagnostica,
ndr). Interessanti i risultati: considerando solo le varianti de novo o quelle segreganti in geni noti
per le patologie dello sviluppo la resa diagnostica è stata del 27%,
minimizzando i risultati inattesi. Nelle famiglie con genitori normali il
ricorso a WES del trio, rispetto al test fatto solo al bambino, ha ridotto di
10 volte il numero di varianti potenzialmente causative per le quali vi era la
necessità di una rivalutazione clinica. Buona parte delle varianti considerate
causative di geni noti non sono riportate come tali nei database di varianti
note come causa di malattia.
Lo
studio continuerà a reclutare famiglie per raggiungere i 12.000 casi entro
l’Aprile 2015, con la speranza di aumentare la resa diagnostica e con l’intento
di raccogliere i dati clinici rilevanti
e preparare un database gene-fenotipo per sviluppare un software aggiornato di
supporto alla decisione clinica.
MALATTIE
NEUROLOGICHE/NEURODEGENERATIVE
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MS
patients are in sustained remission after stem cell transplantation, small
study finds. BMJ
2014;349:7832. Commento di un articolo e del relativo editoriale
sul successo del trapianto di proprie cellule staminali ematopoietiche in un
piccolo numero di pz con Sclerosi Multipla, con remissione mantenuta per 3 anni
(High dose immunosuppressive therapy and
autologous hematopoietic cell transplantation for relapsing remitting multiple
sclerosis (HALT-MS): a 3 year interim report. JAMA Neurol on line 29
December 2014 e Moving
targets for hematopoietic stem cell transplantation for multiple sclerosis. JAMA Neurol on line 29 December 2014). Reclutati in questa sperimentazione 25 pz con MS
remittente (relapsing-remitting) con ricadute e perdita di alcune funzioni
neurologiche nei 18 mesi prima della sperimentazione. L’idea dei ricercatori
era quella di controllare i processi infiammatori. Quindi inizialmente alte
dosi di terapia immunosoppressiva seguite da trapianto di cellule
ematopoietiche autologhe per annullare le cellule immunitarie causa della
sintomatologia e normalizzare il sistema immunitario. Risultati dopo 3 anni dal
trattamento: nessuna
ricaduta o perdita di funzione neurologica nel 78.4% (IC 90% 60.1-89.0%) dei pz e non
progressione di malattia nel 90.9% (73.7-97.1%) dei pz, che hanno avuto un
miglioramento della disabilità neurologica, della qualità di vita e delle
capacità funzionali.
Risultati migliori rispetto a quelli
ottenuti con la terapia con un anticorpo monoclonale (Natalizumab)(37% dei pz in
remissione clinica a due anni). Gli AA concludono: prima di concludere sui
risultati aspettiamo la conclusine del progetto prevista al 5° anno.
***
Mitochondrial
serine protease HTRA2 p.G399S in a kindred with essential tremor and Parkinson
disease. PNAS 2014;111:18285.
Il Tremore essenziale è il più frequente tra i disordini dei movimenti
(prevalenza 0.9% della popolazione, 4% della popolazione anziana). E’
caratterizzato da tremori posturali o cinetici degli arti superiori, talora
anche degli inferiori, del capo e della voce. Il tremore essenziale familiare è
geneticamente eterogeneo ([ETM1, MIM #100300, gene DRD3; ETM2, %602134 in
2p22-24; ETM3 %611456 in 6p23; ETM4 #614782, gene FUS). Alcuni pz con Tremore
essenziale sviluppa poi i segni del Parkinson. In questo lavoro è stata
studiata con analisi esomica (WES) una famiglia turca di 6 generazioni con più
affetti da Tremore essenziale e con alcuni in cui il tremore è parte del quadro
clinico più complesso diagnosticabile come della m. Parkinson. Identificata una
rara mutazione missenso del gene HTRA22 considerata causa della sintomatologia
neurologica; gli eterozigoti hanno solo tremore essenziale mentre gli omozigoti
hanno un fenotipo più grave (tremore sia posturale che cinetico) e più precoce.
Il gene HTRA22, che codifica una serin proteasi mitocondriale, è considerato un
gene di suscettibilità dal Parkinson (PARK13, MIM #610297). La stessa mutazione
inattivante nel topo causa perdita di attività proteasica con atassia,
movimenti ripetitivi e acinesia e il KO del gene, sempre nel topo, dà un
fenotipo parkinsoniano con perdita di neuroni nello striato. Conclusione:
l’eterozigosi di HTRA22 causa il Tremore essenziale, l’omozigosi la m.
Parkinson (lineare vero? Ndr).
A rare mutation in UNC5C predisposes to
late-onset Alzheimer’s disease and increases neuronal cell death. Nature Medicine 2014;20:1452.
Esemplare l’approccio diagnostico per trovare il gene malattia in un’ampia
famiglia con Alzheimer (8 affetti e 15 non affetti) ad insorgenza tardiva (58 -
85 anni) negativa ai geni dell’Alzheimer precoce: linkage, WGS con selezione
delle 5 regioni segreganti, WES per il filtraggio delle varianti in due pz distanti
come parentela; selezionate 4 varianti, 2 missenso, 1 sinonima e 2 della
regione non tradotta al 3’. Scelta una delle due missenso del gene UNC5C, che è
espresso nei neuroni fetali (contribuisce alla guida assonica) e dell’adulto (soprattutto
nell’ippocampo) la cui proteina contiene un “death domain” che influenza il sistema si segnale
apoptotico. In un campione di 863 pz di famiglie con componenti con Alzheimer
anche tardivo l’analisi mutazionale di questo ha individuato 4 pz non correlati
con la stessa mutazione, che risiede in un dominio altamente conservato; in
qualche persona delle loro famiglie la mutazione non è associata a malattia. In
una ricerca di questa missenso in uno studio caso (Alzheimer tardivo)-controllo
si è documentata significativamente la presenza della missenso nel gruppo degli
affetti. Questa mutazione in vitro
(linee cellulari umane e di roditore) favorisce la morte cellulare e linee cellulari
che la esprimono sono più suscettibili alla morte cellulare se esposte a
stimoli neurotossici (β amiloide, glutammato, staurosporine). L’espressione
prevalente del gene nell’ippocampo e la suscettibilità di morte cellulare
spiegano bene perché questa mutazione costituisca un rischio di Alzheimer.
MicroRNA-124 modulates
social behavior in frontotemporal dementia. Nature Medicine 2014;20:1381. Commento di un
articolo (Alterations in microRNA-124 and AMPA receptors contribute to
social behavioral deficits in frontotemporal dementia. Pg. 1444) sulla Demenza Temporo-frontale, la seconda per
frequenza malattia neurogenenerativa (dopo l’Alzheimer) con degenerazione e
disfunzione dei network neuronali dei lobi frontali e temporali e delle regioni
sottocorticali, con vari quadri clinici tra cui la variante comportamentale
i cui i pz sospendono le attività
sociali, diventano apatici, disinibiti e hanno comportamenti ripetitivi. Inizia
sui 60 anni, progressiva, senza cura. Un quarto dei casi si trasmette in modo
AD, vari geni tra cui CHMP2B (encoding charged multivesicular body protein
2B), un componente del complesso ESCRT-III (endosomal sorting complex required
for transport) coinvolto nel traffico endosomiale. Le mutazioni alterano un
sito di splicing con inclusione di un introne (il 5) che provoca una proteina
tronca con acquisizione di funzione e con proprietà tossiche. Non si conosce il
meccanismo che provoca il danno neuronale. Topi con questa mutazione hanno una
riduzione progressiva della sociabilità (sono normali a 2 mesi e poi a 4 mesi
incominciano ad avere un alterato comportamento sociale; quindi un buon modello
da studiare). Si è trovata in questi topi un’alterazione sinaptica
fronto-temporale, un’alterazione di un recettore del glutammato (AMPAR) con una
impermeabilità recettoriale del calcio, una sottoregolazione di MiR-124.
Risultati compatibili con quanto trovato dopo il decesso nella corteccia
frontale dei pz con questa malattia.
Analizzando i dati
pubblicati è stata trovata una ridotta espressione di miR-124 e aumentata
espressione di GluA2 and GluA4 anche nei pz con la FTD più frequente da
mutazione di GRN (progranulina). Questo fa pensare che i sottotipi FTD
condividano un pathway comune con sregolazione di miR-124 e composizione di
AMPAR. Quindi possibili target terapeutici per tutte le forme di FTD.
AUTISMO
Microexons Go
Big. Cell 2014;159:1488. Commento di due articoli (A Highly Conserved Program of Neuronal Microexons Is Misregulated in
Autistic Brains. Cell 2014;159:1511 e
RBFOX and PTBP1 proteins regulate the alternative splicing of micro-exons in
human brain transcripts. Genome Research online December 18, 2014) sulla ruolo dei microesoni, esoni di meno di 51 nucleotidi
che per le loro ridotte dimensioni non sono facilmente individuabili con
l’analisi del trascrittoma. Sono stati individuati e caratterizzati centinaia
di microesoni di 3-27 nt neuroni-specifici, altamente conservati
nell’evoluzione, con conservazione del frame di lettura e regolazione della
“accensione” (con meccanismo switch-like) neuronale e sovrapposizione con
domini di interazioni proteiche.
Lo
splicing alternativo di alcuni di questi è regolato da proteine leganti l’RNA
neuronali e modifica la funzione di proteine coinvolte nella neurogenesi. I microesoni
hanno infatti siti di splicing al 3’ “deboli” che nelle fasi precoci della
differenziazione neuronale portano allo skipping del microesone, mentre durante
la neurogenesi, per l’alta espressione di alcuni regolatori di splicing come
nSR (neural-specific SR-related protein)100, viene favorita l’inclusione dei
microesoni ed il prodotto genico, pur con un eccesso di pochi aminoacidi, ha
un’alterata interazione proteina-proteina. L’analisi di alcune aree cerebrali,
tra cui il giro temporale superiore, di 22 pz autistici e 20 controlli ha
identificato una significativa maggior frequenza di sregolazione dei microesoni
rispetto agli esoni più lunghi tra pz e controlli.
Da
notare che sono stati trovati microesoni sregolati in geni noti per essere associati
ad autismo come DNTA, ANK2, ROBO1, SHANK2, AP1S2 o geni della disabilità
intellettiva (come APBB1,TRAPPC9, RAB3GAP1). In conclusione l’alterazione dei
network di interazioni proteiche regolati da microesoni potrebbe essere il
meccanismo di base dell’autismo e di altre patologie del neurosviluppo.
GENETICA
UMANA/CLINICA
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Feverish prospects for seizure
genetics. Nature Genetics 2014;46:1255. Le
convulsioni febbrili interessano il 2-8% della popolazione infantile dai 6m ai
5a, in genere sono benigne e possono (1/3 dei casi) recidivare, ma in genere
senza effetti a distanza; raramente sono un segno di una malattia genetica a
grave evoluzione come la s. Dravet. Avvengono come risposta a infezioni virali
o a una reazione avversa alla vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia
(MMR). Si ritiene che le convulsioni febbrili isolate abbiano una base
genetica, ma di questo poco si sa. In un ampio studio
con GWAS di popolazione in Danimarca con casi di convulsioni febbrili associate
o non associate alla vaccinazione MMR e controlli (Common variants associated with general and MMR vaccine–related febrile
seizures. Pg. 1274) vengono identificate varianti comuni di suscettibilità
alle convulsioni febbrili, due di queste varianti riguardano loci
specificamente associati ad eventi correlati con tale vaccinazione. Uno dei due
loci è in una sede in linkage disequilibrium che contiene il gene stimolato dall’interferone
IFI44L, l’altro contiene uno
SNP correlato con uno SNP associato alla risposta immunitaria, inclusi i
livelli di anticorpi IgG specifici del morbillo ed alcuni mediatori
infiammatori dopo MMR o dopo la vaccinazione contro il morbillo, SNP che è
contenuto nel gene CD46 codificante il
recettore cellulare del virus del morbillo. Degli altri 4 loci, associati o non
associati a MMR, due riguardano canali ionici, SCN2A and SCN1A,
un terzo è associato ai livelli di magnesio sierico (il magnesio è stato usato
nel controllo dell’epilessia) e un quarto interessa il gene ANO3, il cui KO nel
topo è causa di una ridotta proporzione di neuroni sensibili alla temperatura
nel nucleo ipotalamico anteriore della termoregolazione e di una
ipereccitabilità dei neuroni piramidali ippocampali.
Quindi si comincia a capire il legame
tra geni, febbre, risposta anomala alla temperatura, ipereccitabilità di sotto
popolazioni neuronali e risposta immunitaria particolarmente al virus del
morbillo.
Nel commento viene proposto un
interessante schema di come si producano le convulsioni febbrili in una persona
geneticamente suscettibile, in cui sono alterate le risposte termoregolatorie
ed infiammatorie all’infezione virale e con canali del sodio sensibili alla
temperatura ambientale.
Da sottolineare il fatto che alcuni SNP
associati in letteratura ad epilessia siano gli stessi associati alle
convulsioni febbrili.
Utili considerazioni patogenetiche
utili anche per capire alcune forme di epilessia ritenute su base immunitaria.
E interessanti risultati per la medicina personalizzata nell’identificazione di
bambini a rischio di convulsioni febbrili e di complicanze anche serie della
vaccinazione e forse, come dicono gli AA, suggerimenti per modificare la
preparazione del vaccino riducendone il potenziale epilettogeno.
Mutations in STX1B, encoding a presynaptic
protein, cause fever-associated epilepsy syndromes. Nature Genetics 2014;46:1327. In questa lettera si sottolinea
la considerevole componente genetica delle convulsioni febbrili con mutazioni
ricorrenti dei geni SCN1A, SCN1B e GABRG2, causa di convulsioni
febbrili con o senza epilessia (i primi due sono gli stessi geni dell’articolo
sopra segnalato). In questo lavoro si riporta un altro gene STX1B, codificante
la sintassina 1B (le sintassine sono recettori cellulari del trasporto
vescicolare con un ruolo importante nel pathway eccitatorio della trasmissione
sinaptica -OMIM), trovato mutato, mediante WES, in due famiglie con più affetti
da convulsioni-epilessia febbrile. Il fenotipo era altamente variabile dalle
semplici convulsioni febbrili alle crisi miocloniche-astatiche afebbrili, di
assenza e tonico-cloniche generalizzate ad inizio precoce. In un successivo
campione di soggetti con sintomatologia convulsiva familiare o sporadica sono
stati trovati altri 3 con mutazioni puntiformi o microdelezione di STX1B.
Esperimenti nello zebrafish knockdown di stx1b dimostrano comportamenti tipo convulsivi
e scariche epilettiformi altamente sensibili alla temperatura; il ricorso alla
proteina normale annulla gli effetti prodotti dal knockdown. Da qui la
conclusione che, oltre alle note canalopatie, questo gene e il meccanismo del
rilascio presinaptico hanno un ruolo nelle sindromi con le
convulsioni/epilessia associate all’ipertermia e più in generale nelle sindromi
neurologiche da ipereccitabilità.
***
Dual
Proteolytic Pathways Govern Glycolysis and Immune Competence. Cell
2014;159:1578. La degradazione proteica consente
l’eliminazione di proteine malripiegate o danneggiate producendo aminoacidi per
la sintesi proteica e la produzione di energia tramite la glutaminolisi. Questo
fondamentale processo avviene o tramite il pathway proteosomico e il
lisosomico, che co-agiscono degradando le proteine in lunghi polipeptidi i cui
tripeptidi N-terminali sono poi eliminati da peptidasi (TPP); questi tripeptidi
sono in seguito ridotti a dipeptidi da apposite peptidasi e aminopeptidasi per
formare aminoacidi liberi. Ci sono due TPP, la TPP1, che è una peptidasi
lisosomica, e la TPP2 citosolica che forma un complesso di molte subunità che
operano a valle dei proteasomi e che produce peptidi antigenici che legano
molecole del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) di classe I per la
presentazione alle cellule T CD8. La carenza di Tpp2 provoca, ma solo in alcuni
ceppi di topi non in altri in cui non c’è alcun fenotipo, letalità embrionale o
una senescenza immunitaria con perdita progressiva di cellule CD4 e CD8,
rendendo quindi difficile capire l’esatto ruolo di questa peptidasi. Mentre
mutazioni di TPP1 sono causa nell’uomo di Atassia spinocerebellare AR (SCAR7
MIM #609270) e di Ceroido-lipofuscinosi neuronale 2 (MIM #204500), non vi sono
malattie note da mutazione di TPP2.
Identificate
due famiglie con un totale di 4 affetti da una patologia immunitaria con
infezioni batteriche e virali molto precoci, netta riduzione di linfociti T, B
e NK ed ipergammaglobulinemia, patologie autoimmunitarie non trattabili (GR,
piastrine, neutrofili, lupus e. centrale, epatite) associate a ritardo
psico-motorio. I due bambini della seconda famiglia sono deceduti dopo
trapianto (cellule staminali ematopoietiche, fegato). I genitori dei primi due
pz provenivano da una popolazione geograficamente isolata, mentre quelli della seconda
famiglia erano consanguinei. Studiata la prima con WES e la seconda con WES e
mappa di omozigosità. Trovate due diverse mutazioni missenso in omozigosità di
TPP2. L’effetto di queste mutazioni consiste in un incremento del numero dei
lisosomi e dell’attività proteolitica con consumo dell’importante enzima
esochinasi (transferasi) 2 e riduzione della glicolisi con alterata produzione
di citochine tra cui interferone-gamma e interleuchina-1beta. Quindi la
funzione di TPP2 è di regolazione e di bilanciamento della disponibilità di
aminoacidi, numero di lisosomi e glicolisi, processi fondamentali per
l’immunità innata e lo sviluppo neurologico.
Mutations in PLK4, encoding a master regulator
of centriole biogenesis, cause microcephaly, growth failure and retinopathy. Nature Genetics 2014;46:1283.
I centrioli sono organelli microtubulari che costituiscono, insieme al
materiale pericentriolare, il centrosoma e sono presenti nel corpo basale delle
ciglia e dei flagelli. Hanno un ruolo importante in molti processi cellulari
come la divisione, la comunicazione e la motilità. Alcuni geni della biogenesi
centriolare sono geni malattia della con microcefalia vera autosomica recessiva
(CENPJ, CEP152, CEP135, CEP63, STIL), e mutazioni di due di questi (CENPJ and CEP152)
oltre alla microcefalia sono responsabili anche dell’associato nanismo
primordiale microcefalico. Ma in nessun caso sono presenti in questi pz segni
associabili ad una ciliopatia. L’analisi con SNP e poi esomica in una famiglia
pachistana di consanguinei con più affetti o con WES o direttamente del gene in
318 casi con microcefalia primaria e nanismo primordiale provenienti da varie
aree geografiche ha consentito di identificare in PLK4 mutazioni in omozigosi patogenetiche.
Il fenotipo è caratterizzato da microcefalia (−11.6 ± 2.7 DS), bassa statura
d’origine prenatale (−5.5 ± 2.1 DS), anomalie cerebrali e cerebellari ed
oculari (retinopatia, micro(ano)ftalmia, atrofia maculare). Con analogo quadro
clinico di nanismo primordiale e distrofia retinica tramite WES identificato un
pz con mutazione in omozigosi del gene TUBGCP6,
gene trovato mutato in 12 pz con microcefalia, bassa statura ed anomalie
oculari inclusa microftalmia. Quindi mutazioni della chinasi PLK4 e del suo
substrato TUBGCP6 sono responsabili dello spettro fenotipico da disfunzione dei
centrioli. Studi in vitro e in vivo (zebrafish) dimostrano che
ridotti livelli di PLK4 alterano la biogenesi centriolare con alterata
formazione del fuso mitotico, a cui è associata una riduzione del numero di
cellule e ridotte dimensioni corporee. La riduzione del numero di cellule nello
zebrafish interessa anche i fotorecettori con anomalie oculari simili a quelle
osservate nell’uomo. In più si dimostra che a livelli differenti di riduzione
dell’attività della chinasi PLK4 corrispondono differenti fenotipi di crescita
e ciliari (il fenotipo ciliare si manifesta solo a livelli molto bassi di
chinasi), spiegando quindi perché le sindromi microcefaliche possono avere o
non avere anche anomalie riferibili ad una ciliopatia.
Gigantism and Acromegaly Due to Xq26 Microduplications
and GPR101 Mutation. NEJM 2014;371:2363. La crescita somatica è dovuta a un
complesso equilibrio ormonale controllato dall’ipotalamo, ipofisi e tessuti
periferici. Le malattie genetiche di questo network possono determinare
un’aumentata secrezione di ormone della crescita con acromegalia (eccesso di
crescita delle estremità), ma se questo eccesso avviene prima della fusione
epifisaria si produce gigantismo, che, se non sindromico, in genere è dovuto ad
un adenoma ipofisario sporadico o familiare. In quest’ultimo caso più spesso da
mutazione del gene codificante la proteina interagente con il recettore aril
idrocarburo (AIP). Il gigantismo può essere causato anche da altre malattie
monogeniche, ma molte di queste si sviluppano in età adulta e sono associate ad
altri tumori.
In questo lavoro viene descritta una
microduplicazione di 500 kb in Xq26.3 (135,627,637-136,118,269) in 13/43 pz con
gigantismo (9 sporadici e 4 di due famiglie) a comparsa precoce (per tutti
quelli negativi il gigantismo è comparso più tardivamente >5 anni); 4 geni
nel semento duplicato, uno solo, GPR101, ad aumentata espressione nella patologia
ipofisaria (adenoma o iperplasia) e codificante una recettore accoppiato alle
proteine G. Sequenziato il gene GPR101 in 248 pz con acromegalia, in 11 è
presente una mutazione ricorrente prevalentemente localizzata nel tumore.
Questa mutazione in vitro (cellule GH3 di ratto) causa un aumento di GH e
proliferazione delle cellule producenti tale ormone. In sintesi la microdup
Xq26.3 e del gene GPR101 causa una nuova sindrome che gli AA chiamano X-linked
acrogigantismo (X-LAG). Questa mutazione ricorrente è causa anche di
acromegalia nell’adulto.
Palindromic GOLGA8 core
duplicons promote chromosome 15q13.3 microdeletion and evolutionary
instability. Nature Genetics 2014;46:1293. Delezioni del segmento 15q13.3 sono ricorrenti e causa di
fenotipo con deficit cognitivo, schizofrenia, autismo ed epilessia. E’ stata
sequenziata questa regione di 2-3 Mb in pz con microdelezione, in controlli non
affetti e nei primati. Sono state individuate 5 configurazioni strutturali
comparse recentemente nel corso dell’evoluzione da espansione di duplicazioni
segmentali nell’uomo. I breakpoint delle inversioni sono vicine a dupliconi che
includono un gene GOLGA8, che fa parte di una famiglia di 15 geni che si sono
espansi nel genoma negli ultimi 20 milioni di anni. Il punto di rottura è
vicino ad una ripetizione palindromica di GOLGA8 che favorisce la
microdelezione. Una situazione simile a quanto si riscontra per la
microdelezione in 17q11.2 con delezione di tipo 1 del gene NF1 (e di geni
adiacenti). Quindi la complessità genetica dell’evoluzione della nostra specie
ha portato in questo caso ad una struttura suscettibile di microdelezioni (e
microduplicazioni).
Autosomal dominant immune dysregulation syndrome in
humans with CTLA4 mutations. Nature Medicine 2014;20:1410.
Paradosso: sia l’immunodeficienza (difetto di risposta immunitaria da parte
dell’organismo) che l’autoimmunità (eccesso di risposta con danno
dell’organismo stesso) possono essere presenti nella stessa persona. Si sarebbe
potuto pensare che patologie con esiti così diversi fossero dovute a meccanismi
genetici diversi. Molti pz con immunodeficienza comune variabile (geneticamente
eterogenea con rilevante ipogammaglobulinemia da causa non nota, incapacità di
produrre anticorpi specifici dopo immunizzazione e suscettibilità alle
infezioni batteriche)(CVID) hanno autoimmunità, malattia granulomatosa,
enteropatia e sviluppano un cancro. CVID si trasmettono in genere in modo AD,
in alcuni casi da mutazioni di NFKB2 o
mutazioni attivanti di PIK3CD, ma molto spesso non ne è noto il gene malattia.
Studiata con WES e linkage una famiglia di 39 persone con 14 affetti con CVID e
trovata una mutazione in Hz nonsenso dell’esone 1 di CTLA4. Lo screening del gene in ulteriori 71 pz con fenotipo simile ha
identificati in 5 altre famiglie con 9 affetti una mutazione di splicing dello
stesso gene, con ridotta penetranza (8 di 19 mutati non sono affetti), anche se
l’espressione della proteina CTLA-4 era ridotta nelle cellule T regolatorie in
tutti i portatori della mutazione, affetti o non affetti. Queste cellule sono
normali di numero ma poco funzionanti. La mutazione di CTLA4 comporta anche una
riduzione delle cellule B. Quindi mutazioni di questo gene causano
un’aploinsufficienza o una ridotta capacità legante con conseguente alterata
omeostasi delle cellule T e B e una complessa sindrome con sregolazione del
sistema immunitario.
Clinicamente i pz hanno enteropatia 78%, ipogammaglobulinemia 76%,
malattia polmonare granulomatosa 66%, infezioni respiratorie 57%, infiltrazioni
di organi o splenomegalia 50%, trombocitopenia autoimune, anemia emolitica
autoimmune, psoriasi, linfoadenipatia, tiroidite, tumori solidi (7%).
Functionally
compromised CHD7 alleles in patients with isolated GnRH deficiency. PNAS
2014;111:17953. La s. CHARGE (acronimo di Coloboma, Heart defects, choanal Atresia, Retardation of growth
and development, Gonadal defects, e Ear/hearing abnormalities)(MIM #214800) è causata da mutazioni di CHD7 (che fa parte
della famiglia di proteine che codificano per il cromo-dominio di una elicasi),
nel 90% dei casi de novo e troncanti.
Il difetto gonadico è costituito in genere da ipogonadismo ipogonadotropo che
tipicamente risponde alla terapia ormonale con GnRH, cioè in questi pz vi è un
difetto isolato dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (IGD). Il 60% dei
casi di difetto isolato di GnRH, con mancata azione dell’ormone sui gonadotropi
dell’ipofisi anteriore, sono sindromici con anche segni non legati alla
riproduzione come l’anosmia (s. Kallmann), mentre nel restante 40% dei casi di
IGD l’olfatto è normale. Recentemente sono state individuate rare varianti di
CHD7 nel 6% di pz con IGD, di solito in coloro che hanno la s. Kallmann, con o
senza segni anche parziali di CHARGE (vedi anche Molecular pathogenesis of congenital diaphragmatic hernia revealed by
exome sequencing, developmental data, and bioinformatics. PNAS 2014;111;12450)(Articoli
interesse Agosto 2014). Nel lavoro si è voluto determinare in un’ampia
popolazione di pz con IGD (783 pz, sottoposti ad un’accurata analisi fenotipica
senza il completo fenotipo CHARGE) la frequenza di rare varianti di sequenza di
CHD7, la modalità di trasmissione e il fenotipo, caratterizzare funzionalmente le
varianti associate a IGD e quelle associate CHARGE e verificare se differenti
livelli di attività proteica, inclusa l’assenza, causano un fenotipo
riconoscibile (s. Kallmann, IGD con normale olfatto, CHARGE) o ad altri
specifici endofenotipi. Osservata una predominanza di missenso di CHD7 in
eterozigosi nel 5.2 % dei pz causa di un’alterata funzione proteica che
contribuisce alla patogenesi sia delle forme anosmiche che di quelle con IGD
con normale olfatto. In 4 pz rilevata anche ipoacusia, in accordo con i dati
sullo zebrafish. Quindi CHD7 oltre al neurosviluppo influenza anche i pathway
della formazione dell’unità ipotalamo-ipofisaria. E le missenso, rispetto alle
troncanti, sono particolarmente critiche per l’ontogenesi dei neuroni GnRH.
Targeting
APOC3 in the Familial Chylomicronemia Syndrome NEJM 2014;371:2200. La chilomicronemia
familiare (Iperlipoproteinemia tipo 1) è una rara malattia AR (MIM #238600) con
accumulo nel sangue di particelle lipidiche (chilomicronemia) e
ipertrigliceridemia (da 10 a 100 volte il normale) con intense crisi dolorose
intestinali (causa di ricovero ospedaliero) isolate o associate talora a
pancreatite (letale), xantomi eruttivi, artralgie, segni neurologici, lipemia
retinica ed epatosplenomegalia. Il gene-malattia è LPL (lipoproteina lipasi),
meno frequentemente altri geni codificanti proteine necessarie per l’attività
di LPL. In Europa è disponibile una terapia genica con Glybera che normalizza
l’attività di LPL, in USA ci si deve limitare ad un’alimentazione a bassissimo
contenuto di grassi. In questa sperimentazione clinica sono stati trattati con
successo 3 pz con un inibitore della Apolipoproteina C-III (APOC3)(un inibitore
antisenso della sintesi di APOC3), che aumenta i livelli di trigliceridi
plasmatici tramite un meccanismo indipendente da LPL: dopo 13 settimane i
livelli di APOC3 erano ridotti del 70-90% e i trigliceridi del 56-86%.
L’ipotesi che gli AA fanno è che APOC3 inibisca la rimozione di residui di
lipoproteine ricche di trigliceridi dal fegato.
Inching toward the 3D genome, Science 2014;347:10. Prosegue la mappa delle anse e dei ripiegamenti del
DNA che consentirà di capire come questo complesso pattern tridimensionale
funziona, come sia possibile che geni lontani siano tanto vicini che uno regoli
l’espressione dell’altro.
Due lavori cercano di farci capire come. Uno su Cell (A 3D Map of the Human Genome at Kilobase Resolution
Reveals Principles of Chromatin Looping. Cell 2014;159:1655) definito da Francis Collins “[L]andmark work” in cui
vengono trovati nell’intero genoma ∼10.000 loop di DNA, anse che frequentemente interessano
promotori e sono localizzati alle estremità dei domini e legano promotori ed
enhancer (intensificatori), correlano con l’attivazione dei geni e sono conservate
sia nelle varie cellule che nelle varie specie.
Ma 4 giorni dopo è stato pubblicato un altro lavoro (Spatial
genome organization: contrasting
views from
chromosome conformation capture and fluorescence in situ hybridization. Genes &
Development 2014;28:2778) in cui si
documentano con altre tecniche pattern differenti rispetto al lavoro su Cell. Da qui il
sottotitolo del commento su Science “Maps of DNA’s loops and folds advance—but
may disagree”.
Applications of Next
Generation Sequencing
Unravelling
the genomic targets of small molecules using high-throughput sequencing. Nature
Reviews Genetics 2014;15:783. Le piccole molecole, che includono varie molecole approvate
dalla FDA per la terapia del cancro, possono agire a livello genomico avendo
come bersaglio il DNA e i componenti proteici cromatinici. Conoscere i loro
bersagli dell’intero genoma utilizzando metodologie controllate può essere
utile per la farmacogenetica.
High-resolution
digital profiling of the epigenome. Nature Reviews Genetics
15:814. Nuovi metodi di analisi
genome-wide dell’epigenoma.
Measuring
missing heritability: Inferring the contribution of common variants. PNAS
2014;111:E5272. Un’annosa questione in Genetica Umana
è la “missing heritability”, cioè il fatto che negli studi anche su ampie
popolazioni in cui si individuano varianti genetiche comuni associate a molte
malattie queste varianti spiegano sono una piccola parte dell’ereditabilità
calcolata (vedi anche Searching for
missing heritability: Designing rare variant association studies. PNAS on line
17 January:e455) (selezione articoli Gennaio 2014). Recentemente sono stati
proposti metodi indiretti per calcolare l’ereditabilità attribuibile alle
varianti comuni anche molto rare. In questo lavoro si sostiene che
l’ereditabilità è considerevolmente sottostimata nei classici studi di
associazione caso-controllo e viene proposto un nuovo metodo che applicato a
sei diverse malattie (Disordine Bipolare, m. Crohn, Infarto miocardico precoce,
Sclerosi Multipla, Schizofrenia, Diabete 1) consente di spiegare con le
varianti comuni circa il 60% dell’ereditabilità di queste malattie.
Treacher
Collins syndrome TCOF1 protein cooperates with NBS1 in the DNA damage response.
PNAS
2014;111:18631. La conservazione dell’integrità
dell’informazione genetica è fondamentale per la sopravvivenza cellulare per la
prevenzione della trasformazione neoplastica. Questa protezione da danni
indotti spontaneamente o da fonti ambientali (radiazioni ionizzanti o sostanze
chimiche) avviene mediante un sistema di risposta al danno del DNA (DDR)
formato da un pathway di trasduzione di segnale, il cui componente principale è
una chinasi ATM (Atassia Telangiectasica Mutata) principalmente
attivata da rotture del doppio filamento di DNA (DSB). DDR regola non solo la
replicazione e la riparazione del DNA ma anche altri fondamentali processi come
la trascrizione, lo splicing dell’RNA e il metabolismo. In questo lavoro viene
identificata un’interazione tra la proteina NBS1 (quando mutata causa la s. Nijmegen Breakage Syndrome 1) e la proteina TCOF1 (quando
mutata causa la s. Treacher-Collins) che regola la trascrizione del DNA
ribosomiale. In questo studio in vitro si identifica quest’ultima proteina come
uno dei fattori della risposta al danno del DNA che può cooperare con la
chinasi ATM e NBS1 (3 diverse proteine di 3 diversi geni malattia, ndr) per
sopprimere una trascrizione inappropriata di DNA ribosomiale e mantenere
l’integrità genomica.
TECHNICAL REPORTS
Comprehensive
variation discovery in single human genomes. Nature Genetics
2014;46:1350. Come sappiamo il Sistema
di “chiamata” delle varianti di sequenza significative usando NGS è un compito
difficoltoso e talora impreciso per un 10% del genoma con particolare
architettura, come duplicazioni segmentali e sequenze a bassa complessità che
contengono però circa il 30% delle varianti del genoma, alcune causa di
malattia.
E’ stato presentato un nuovo algoritmo DISCOVAR, che ha una
maggior sensibilità rispetto ai sistemi attuali con un lieve riduzione di
specificità)(http://www.broadinstitute.org/software/discovar/blog/).
Anchored multiplex PCR for targeted next-generation
sequencing. Nature
Medicine 2014;20:1479. Nuova tecnica chiamata anchored multiplex PCR (AMP) particolarmente
efficace nell’identificare riarrangiamenti genici, varianti di singolo
nucleotide, inserzioni, delezioni e CNV.
STAMINALI.
MODELLI E TERAPIE
****
Recessive
cardiac phenotypes in induced pluripotent stem cell models of Jervell and
Lange-Nielsen syndrome: Disease mechanisms and pharmacological rescue. PNAS
2014;111:E5383. La s. Jervell e Lange-Nielsen è una grave malattia recessiva da mutazioni
del gene KCNQ1 (JLNS 1, MIM #220400) o del gene KNCNE1 (JLNS 2, MIM #612347)
caratterizzata da sordità congenita bilaterale, allungamento dell’intervallo QT
all’ECG, aritmia ventricolare polimorfa, sincope con alto rischio di morte
improvvisa.
I
due geni codificano rispettivamente per le subunità α- e β del canale ionico
del potassio. Un’altra sindrome con QT lungo, ma meno grave, ha una
trasmissione dominante da mutazione di 16 geni tra cui KCNQ1 (LQT1 o s.
Romano-Ward RWS, MIM #192500) o di KCNE1 (LQT5, MIM #176261) e non comporta
sordità. Il rapporto genotipo/fenotipo è difficoltoso, in gene mutazioni
dominanti negative di KCNQ1 causano la RWS mentre mutazioni in omozigosi
nonsenso o frameshift causano la JLNS, con alcuni eterozigoti sintomatici. In
questo lavoro si è ricorsi allo studio in
vitro di modelli di cellule staminali umane totipotenti (hiPSC) di due
mutazioni causa di una forma grave di JLNS (c.478-2A>T e c.1781G>A). I
miocardiociti hanno anomalie funzionali con completa assenza del rettificatore
ritardato IKs. I cardiomiociti da pz con una di queste due mutazioni sono molto
sensibili allo stress adrenergico e proaritmico, che potrebbe costituire un
parametro farmacologico utile per individuare i pz ad alto rischio. Le cellule
staminali umane possono quindi essere efficientemente usate per testare farmaci
per la prevenzione del fenotipo aritmico.
Stem cell
therapy clears first hurdle in AMD. Nature Biotechnology 2014;32:1173. Il 14 Ottobre us Ocata Therapeutics ha annunciato i risultati
incoraggianti ottenuti in due sperimentazioni cliniche con l’uso delle cellule
staminali embrionali umane (hESCs) nella terapia della degenerazione maculare
legata all’età e nella distrofia maculare Stargardt. Sia in termini di
sicurezza che come efficacia. Il trapianto di epitelio retinico derivato da
hESC ha attecchito in 16 pz (72%) e l’acuità visiva dopo 6 mesi è
significativamente migliorata, rispetto ai controlli, in 9 dei 17 pz.
In Tabella 1 le sperimentazioni cliniche (n° 7) in
corso per varie malattie retiniche e per il deficit limbare corneale.
The
black box of reprogramming. Nature 2014;516:162. Si sta cominciando a capire i meccanismi che
consentono di riprogrammare le cellule adulte in embrionali.
A designer’s guide to
pluripotency. Nature 2014;516:172.
Divergent
reprogramming routes lead to alternative stem-cell states. Nature 2014;516:192.
Genome-wide
characterization of the routes to pluripotency. Nature 2014;516:198.
A calcium-dependent
protease as a potential therapeutic target for Wolfram syndrome. PNAS
2014;111:E5292. Alterazioni acquisite o congenite del
reticolo endoplasmatico (ER), che occupa un posto centrale nella produzione
proteica, nella regolazione ossido-riduttiva, nell’omeostasi del Ca, sono causa
di molte malattie tra cui le neurodegenerative, le metaboliche e le malattie
infiammatorie intestinali. Una di queste è la s. Wolfram, rara malattia
monogenica AR, in cui, rispetto alle malattie multifattoriali, è più facile
studiare come la disfunzione ER causi la malattia. La s. Wolfram (Wolfram MIM
#222300, gene WFS1)(Wolfram 2 MIM #604928, gene CSD2) è caratterizzata da
diabete m. giovanile (da morte delle cellule beta pancreatiche) a cui segue poi
nel tempo un’atrofia ottica bilaterale, sordità NS e patologia
neurodegenerativa da disfunzione ER e mitocondriale. Le proteine codificate da
WFS1 e CSD2 sono proteine transmembrana localizzate nel ER. In questo lavoro si
dimostra che il meccanismo che lega la morte neuronale e delle cellule beta
alla disfunzione del ER è costituito dalla proteasi calpaina che è iperattivata
nella s. Wolfram. Il pathway calpainico può essere non solo usato come un
biomarcatore della malattia ma anche un possibile bersaglio farmacologico, come
si dimostra con esperimenti in vitro
usando cellule staminali pluripotenti indotte derivate da pz con questa
sindrome.
7q11.23
dosage-dependent dysregulation in human pluripotent stem cells affects
transcriptional programs in disease-relevant lineages. Nature
Genetics 15 December 2014 on line (buona parte degli AA sono italiani). Bello il punto di partenza
di un aspetto molto importante della genetica umana: il rapporto
genotipo-fenotipo e su come le iPSC possono aiutarci: “The potential of using
induced pluripotent stem cells (iPSCs) for disease modeling relies on the
alignment of genetic lesions to clinical data through molecular phenotypes in
vitro”. Lo studio riguarda
due sindromi con CNV dello stesso segmento genomico: la s. Williams (MIM #194050)(che
tutti conosciamo) e la s. da duplicazione della regione Williams
(Somerville–van der Aa syndrome)(MIM #609757) che include tra i vari segni
l’autismo. Riprogrammate le colture di fibroblasti da cute di pz con delezione
classica e non classica, pz con duplicazione e familiari come controlli.
L’alterato dosaggio di 17q11.23 modifica già nelle prime fasi di sviluppo delle
cellule totipotenti programmi trascrizionali di importanti pathway di malattia,
come l’adesione la migrazione e la mobilità cellulare (an. connettivali della
WS e del SNC per ambedue), l’omeostasi del calcio e la morfogenesi
dell’orecchio interno (WS) e dei processi di bilanciamento
eccitazione-inibizione cerebrale, cranio-facciali, renali. Le differenze
trascrizionali sono in parte nella stessa direzione nelle due condizione o sono
invece in direzione opposta (la maggior parte) e sono ulteriormente amplificate
man mano che le cellule plutipotenti sono differenziate in linee cellulari
importanti per la malattia. Con un ruolo critico per la patologia cognitiva e
comportamentale svolto da GTF21, un fattore di trascrizione associato a due
modificatori cromatinici trascrizionalmente repressivi, come la demetilasi
istonica lisino specifica (LSD1 e la deacitilasi istonica HDAC2. In questa
analisi sono stati identificati geni candidati per alcune patologie di queste
due sindromi: PDLIM1 associato al deficit di attenzione ed iperattività,
sovracrescita neuritica, difetti cardiovascolari ed iperacusia; MYH14
al deficit uditivo; BEND4, che
codifica un fattore di trascrizione con un dominio BEN che fa parte della
famiglia recentemente caratterizzata di repressori neurali sensibile a GTF21 e
LSD1.
Risultati importanti per la patogenesi molecolare di queste due
condizioni e per suggerire un simile approccio per sondare la patogenesi di
altre malattie genetiche.
MODELLI ANIMALI E NUOVE TERAPIE
****
A target for pharmacological intervention in an untreatable human
disease. Science 2014;346:1192. Grazie a studi sul lievito e
nei topi un “nuovo” bersaglio, mTOR, per la cura di una malattia mitocondriale:
s. Leigh o encefalomielopatia necrotizzante subacuta caratterizzata da
miopatia, acidosi lattica, dispnea con lesioni progressive a carico del SNC che
portano a morte per insufficienza respiratoria entro i primi 6-7 anni di vita.
Quanto pubblicato è la sintesi della tesi di dottorato segnalata dal Science
& SciLifeLab Prize for Young Scientist. Lo studio è partito analizzando il
rapporto tra background genetico e restrizione dietetica, ma senza portare a
denutrizione, che sappiamo allungare la vita e ridurre la frequenza delle
patologie legate all’età, dal lievito ai primati. Si è così osservato che ceppi
di lievito con significativo aumento di vita replicativa erano particolarmente
ricchi di geni con funzione mitocondriale e molti di questi geni sono omologhi
dei geni mitocondriali dell’uomo. Questo ha portato a verificare se farmaci che
svolgono lo stesso effetto della restrizione dietetica (restrizione-mimetici)
possono avere effetti benefici per le malattie mitocondriali dell’uomo.
Trattato il topo KO di un complesso enzimatico della catena respiratoria
mitocondriale (Ndufs4–/–), che ha un fenotipo simile alla s. Leigh e mortalità
precoce (50-80 giorni di vita), con rapamicina, mimetico delle restrizione
dietetica in quanto inibisce mTOR, che come sappiamo è un importante regolatore
dei segnali intracellulari della nutrizione (la rapamicina, pietra filosofale
della medicina, è un farmaco già in uso per la prevenzione del rigetto di
trapianti di organo e per alcune malattie genetiche con la Sclerosi Tuberosa,
ndr). Risultati promettenti dose dipendenti sia sulla comparsa dei primi segni
della malattia che sulla sua progressione con riduzione dell’accumulo di
metaboliti intermedi nel SNC. Da notare che il topo Ndufs4–/–
di base ha un’iperattivazione del segnale mTOR, un’osservazione che conferma
quanto ottenuto con la rapamicina e quindi importante per la conoscere
patogenesi di questa malattia. Altra osservazione interessante: il topo come
modello intermedio tra lievito ed uomo.
FMRP regulates
multipolar to bipolar transition affecting neuronal migration and cortical
circuitry. Nature Neuroscience
2014;17:1603
(ultimo A una ricercatrice italiana che si occupa di questa malattia, vedi
Snapshot su Cell)(Articoli Settembre 2014). Ricorrendo al modello murino della
s. Fragile X si mette in evidenza il ruolo critico della proteina FMRP nello
sviluppo della corteccia cerebrale che può spiegare alcuni aspetti clinici
della sindrome come le alterazioni della comunicazione sinaptica e la
connettività del network neuronale.
Dendritic
channelopathies contribute to neocortical and sensory hyperexcitability in Fmr1-/y mice. Nature Neuroscience 2014;17:1701. Nella s. Fragile X è
presente una ipersensibilità a stimoli sensoriali e una ipereccitabilità
neocorticale di cui poco si sa. Ricorrendo al modello murino si dimostra che la
neocorteccia primaria somatosensoriale (S1) è ipereccitata da stimoli sensoriali
tattili con ipereccitabilità neuronale e dendritica dei neuroni piramidali di
S1. Il difetto risulta almeno in parte dovuto alla riduzione ed alla
disfunzione dei canali dendritici del potassio attivati dal calcio ad alta
conduttanza (BKCa). L’attivazione farmacologica di questi canali normalizza il
fenomeno dell’ipereccitabilità, un suggerimento per il trattamento della
sintomatologia legata agli stimoli sensoriali (vedi anche Rescue
of fragile X syndrome phenotypes in Fmr1 KO mice by a BKC a channel opener
molecule. Orphanet J Rare Dis. 2014;9:124).
PTEN signaling
through RAF1 proto-oncogene serine/threonine kinase (RAF1)/ERK in the
epididymis
is essential
for male fertility. PNAS 2014;111:18643.
Gli spermatozoi passano dal testicolo all’epididimo come cellule che non si
muovono, quindi incapaci di fertilizzare la cellula uovo. Nel transito
nell’epididimo (lungo 6 metri nell’uomo e 1 metro nel topo) maturano e
diventano mobili, quindi pronti per la fertilizzazione. La parte iniziale
dell’epididimo ha alti livelli dei componenti del pathway ERK (RAF/MEK/ERK) che
sono fondamentali per la formazione della differenziazione di questo tratto. Ma
questo tratto iniziale ha anche alti livelli di attività di PTEN rispetto ad
altre regioni dell’epididimo. Per verificarne la funzione, come è stato fatto
per il pathway ERK, è stato ottenuto un topo con delezione condizionale di Pten
dal giorno 17 postnatale in poi. Si dimostra che anche PTEN ha un ruolo
importante per la differenziazione e la funzione del tratto iniziale
dell’epididimo e quindi sulla fertilità maschile.
Mice deficient
in Rbm38, a target of the p53 family, are susceptible to accelerated aging and
spontaneous
tumors. PNAS 2014;111:18637.
Le proteine leganti l’RNA (RBP) sono i principali regolatori della biogenesi e
del metabolismo dell’RNA. Mutazioni di queste proteine sono la causa di molte
malattie neurologiche e di atrofia muscolare. Fanno parte anche di un complesso
network con oncoproteine e con oncosoppressori con una funzione anche nello
sviluppo e nella progressione tumorale. Rbm38 (RNA-binding motif protein 38)
modula l’espressione di p53 (fattore di trascrizione “guardiano del genoma” e
oncosoppressore, ndr) tramite la traduzione dell’mRNA. Ma non se ne conosce
bene il ruolo biologico nell’oncosoppressione. Nel lavoro se ne verifica la
funzione ricorrendo a topi Rbm38-nulli (Rbm38−/−)
che sviluppano
difetti ematopoietici, suscettibilità a tumori e invecchiamento precoce.
L’assenza di Bbm38 è critica anche per la radiosensibilità e la soppressione
tumorale mediata da p53. Il topo ingegnerizzato ci fa capire il ruolo di questa
proteina nell’invecchiamento, nella normale ematopoiesi e nella soppressione
tumorale. Possibile bersaglio per la longevità e le patologie correlate.
TORC1 regulators Iml1/GATOR1 and GATOR2
control meiotic entry and oocyte development in Drosophila. PNAS 2014;111:E5670. Uno dei due complessi del target della rapamicina, TRC1,
promuove la crescita cellulare e il metabolismo anabolico (sintesi o
bioformazione di molecole più complesse da quelle più semplici o dalle sostanze
nutritive, wiki). Come nel lievito dove l’attività di TORC1 è inibita durante
la meiosi, si dimostra che la sua sottoregolazione ad opera di regolatori (tre
proteine del complesso Iml1/GATOR1) facilita la transizione mitosi/meiosi nelle
cisti ovariche (sincizio germinale) della Drosofila. Nella fase tardiva della
oogenesi il complesso GATOR2 ad azione contraria favorisce l’attività di TORC1
responsabile dello sviluppo e della crescita dell’oocita.
Quindi
è stato definito il ruolo dei regolatori di TORC1 (Iml1/GATOR1 e GATOR2) nella
oogenesi della Drosofila, chiarendo i meccanismi di base per cui pathway di
segnale ambientali e dello sviluppo condizionino la macchina metabolica per
influenzare la crescita e la differenziazione cellulare.
CARATTERI-MALATTIE
COMPLESSE/STUDI ASSOCIAZIONE
Variation
at HLA-DRB1 is associated with resistance to enteric fever.
Nature Genetics 2014;46:1333.
La febbre tifoide (febbre enterica o
tifo addominale) è causata dal batterio Salmonella enterica che è endemica che,
se non trattata, ha un tasso di mortalità superiore al 10%. I vaccini hanno un
effetto limitato e comunque non possono essere somministrati ai bambini che sono
la popolazione più a rischio. Poco si sa della suscettibilità delle persone a
questa malattia infettiva.
Un ampio studio di popolazioni nepalesi
e vietnamite tramite GWAS ha consentito di precisare che
HLA-DRB1 è il principale responsabile della resistenza alla febbre
tifoide probabilmente per presentazione antigenica.