giovedì 25 giugno 2015

Articoli Genetica Clinica/Umana Maggio 2015. R. Tenconi



Scelta di articoli di Genetica Clinica/Umana pubblicati in Maggio 2015 nelle seguenti riviste: British Medical Journal, Lancet, Lancet Neurology, Nature, Nature Biotechnology, Nature Genetics, Nature Medicine, Nature Neuroscience, Nature Reviews Genetics, Nature Reviews Neuroscience, NEJM, PNAS, Science & Cell.

ARTICOLI DA NON PERDERE
Monoallelic expression of the human FOXP2 speech gene. PNAS 2015;112:6848. I meccanismi di espressione di un solo allele possono avere un impatto nel neurosviluppo e nelle malattie. Possono avere una base genetica come le CNV, le mutazione non senso, le alterazione di sequenze regolatorie in cis che controllano il livello, il tempo e la localizzazione di espressione, che possono essere vicine o distanti dal promotore. Polimorfismi di regolatori in cis possono determinare anche grandi (più di 10 volte) differenti livelli di espressione dei due alleli.
E il silenzio trascrizionale di un allele può avvenire per effetto imprinting, come per la s. Angelman e Prader-Willi. Un altro meccanismo epigenetico di espressione monoallelica è l’inattivazione X. E un altro ancora, da poco identificato e poco conosciuto, è l’espressione monoallelica autosomica casuale (RMAE), come per l’inattivazione X, con metà delle cellule con espressione dell’allele materno e metà paterno, con l’effetto di avere 3 diverse situazione di espressione: ambedue gli alleli in alcune cellule, solo paterno in altre e solo materno in altre ancora. Questo differenzia RMAE dall’inattivazione X. Esempi noti di RAMAE sono per i geni delle immunoglobuline, dei recettori delle cellule T e dei recettori degli odori.
Per le malattie è intuitivo il possibile impatto di RMAE: una mutazione con perdita di funzione di un allele causa in una data popolazione cellulare la mancata espressione genica se quello è l’unico allele espresso, nessun effetto se viene espresso l’allele selvatico.
In questo articolo viene analizzato il gene FOXP2, gene vicino ma non entro i criteri che consentono di classificarlo come gene RMAE. L’aploinsufficienza da mutazioni in eterozigosi localizzate nel dominio forkhead FOXP2 causa di una aprassia verbale infantile (MIM #602081). In questo lavoro viene analizzata una delezione distante 3 Mb dal gene, senza interessarlo, che causa la perdita di espressione dell’allele in cis rispetto alla delezione, che è de novo e di origine paterna, con espressione monoallelica da parte del solo allele materno. Lo studio di controlli consente di precisare che FOXP2 è soggetto a RMAE suggerendo che il fenotipo da aploinsufficienza in questo ed in altri possibili casi è dovuto alla mancata espressione del gene in alcune cellule e non, come si ritiene normalmente, per una sua dimezzata espressione in tutte le cellule.

Muscle connective tissue controls development of the diaphragm and is a source of congenital diaphragmatic hernias. Nature Genetics 2015;47:496. Il diaframma svolge la funzione respiratoria e separa il contenuto addominale dal toracico. Funzioni svolte da una lamina muscolo-tendinea con un ampio tendine centrale detto centro frenico dal quale originano i fasci del muscolo che si inseriscono sullo sterno, sulle coste e sulle vertebre lombari. Per lo sviluppo diaframmatico concorrono quindi tessuti di differente derivazione  embriologica. I difetti diaframmatici sono malformazioni congenite frequenti (1:3.000 nati) con alta mortalità e alti costi sanitari (>250 milioni $/anno in USA). Sono in genere isolati con bassa ricorrenza familiare suggerendo che siano dovuti a mutazioni de novo. L’analisi molecolare ha individuato CNV in diverse regioni genomiche con circa 50 geni candidati. Una di queste CNV contiene un gene codificante il fattore di trascrizione, GATA4, altamente correlato con questa malformazione (Hum Genet 2013). Ma non è chiaro come questi geni candidati contribuiscano alla sua patogenesi. In questo studio nel topo si dimostra che la migrazione dei fibroblasti connettivali delle pieghe pleuorperitoneali (PPF) controlla la morfogenesi del diaframma e che l’ablazione di Gata4 (un allele deleto nella linea germinale, l’altro allele (floxed) deleto specificatamente nelle PPF) è causa di difetti simili a quelli riscontrati nell’ernia diaframmatica congenita dell’uomo. Da qui l’ipotesi che precoci mutazioni somatiche siano la causa di questa malformazione. Ipotesi da testare (non è difficile, ne sentiremo parlare. Buon progetto di ricerca, ndr).

ACMG guides on the interpretation of sequence variants. Nature Reviews Genetics May 2015;16. Commento di un articolo su un argomento molto attuale: Standards and guidelines for the interpretation of sequence variants: a joint consensus recommendation of the American College of Medical Genetics and Genomics and the Association for Molecular Pathology. Genetics in Medicine May 2015;17:405. Un aggiornamento quindi su cosa scrivere nel referto e come interpretare le varianti di sequenza trovate analizzando un singolo gene, più geni o l’intero genoma nel contesto clinico. Questo nell’ambito solo delle malattie mendeliane. Varie raccomandazioni: la prima è di usare una terminologia condivisa internazionalmente classificando le varianti nelle note 5 categorie: patogeniche, probabilmente patogeniche, di significato incerto, probabilmente benigne e benigne.
La seconda: criteri di classificazione tra patogeniche e benigne. Le varianti in un gene che quando mutato è causa di malattia mendeliana vanno pesate (vedi i vari gradi di evidenza per ogni categoria) considerando tutti i casi noti anche se la causa della malattia può variare da caso a caso. Si vuole quindi limitare il numero di varianti da considerare causative e per le quali vi è un’utilità clinica (actionable) a quelle per le quali vi sia una sufficiente evidenza. Viene incoraggiato il ricorso a database pubblici come ClinVar e Human Gene Mutation Database e database locus-specifici.
Note di cautela nell’interpretazione dei risultati dei programmi di previsione di patogenicità in silico, con il suggerimento di ricorrere a più algoritmi per consentire poi il confronto dei risultati e la raccomandazione di inserire nel referto solo una conclusione di questo confronto.
Viene sottolineata la necessità di confermare le varianti  patogeniche o probabilmente tali ricorrendo ad un altro metodo di sequenziamento o di analisi (di segregazione ad es.) ed analizzando i genitori. E suggerimenti sulla gestione clinica, come quella che una variante di significato incerto non deve condizionare la conduzione clinica.
Infine l’aspetto fondamentale di un continuo aggiornamento classificatorio delle varianti con una rianalisi dei risultati ricorrendo a varie fonti cliniche e database. E un follow-up clinico dei pz alla luce dei risultati ottenuti.

ClinGen — The Clinical Genome Resource. NEJM 2015;372:2235. Presentazione del Progetto GenClin e ClinVar database (www.clinicalgenome.org)(www.ncbi.nlm.nih.gov/clinvar). Con schemi e scopi: 1: condivisione dei dati genomici e clinici con dati forniti da clinici, ricercatori e pz e famiglie. 2:  Standardizzazione dell’annotazione ed interpretazione delle varianti. 3: Consenso evidence-based di esperti su geni e varianti. 4: Comprensione delle variazioni nelle diverse popolazioni per l’interpretazione dei risultati del test genetico su una scala globale. 5: Preparazione di algoritmi per l’interpretazione delle varianti. 6: Stabilire l’applicazione clinica di geni e varianti. 7: Predisporre e favorire il trasferimento dell’informazione genetica nelle cartelle cliniche elettroniche. 6. Diffondere alla comunità senza alcun vincolo le conoscenze e le risorse.

The FDA and Genomic Tests — Getting Regulation Right. NEJM 2015;372:2258. Commenti sulla decisione della FDA di fornire un regolamento sull’applicazione clinica del NGS. Con il rischio, dice il commento, che il suo intervento sia controproducente perché l’applicazione del NGS è ancora in evoluzione. Quindi poche e certe regole. Perché è altamente complesso per questa tecnica attestarne la validità analitica e la validità clinica. Per stimare il significato clinico di nuove varianti genetiche dobbiamo sequenziare milioni di persone (nel 2014 era stato analizzato solo parzialmente il genoma di 228.000 persone) e conoscerne il fenotipo, non solo il motivo per cui hanno fatto il test. E ClinGen e ClinVar includono solo varianti di interesse non tutte quelle identificate e in questi database non vengono versati i dati dei laboratori commerciali. Il processo, conclude il commento, di usare il test genomico in clinica è appena partito e continuerà per decenni e porterà indubbi benefici per la popolazione in termini di prevenzione, cura e efficacia costo-beneficio. La posta in gioco è alta e ci vorrà tempo per regolamentarlo.

Gene-Panel Sequencing and the Prediction of Breast-Cancer Risk. NEJM 2015;372:2243. Ricorso all’analisi genomica ed validità ed utilità clinica: di parere diverso rispetto al commento su citato (Pg. 2258) si sostiene invece che ogni test genomico vada offerto solo se ne è stata ben stabilità la validità clinica. Nel lavoro vengono presentate le difficoltà di attribuire a una variante rara un rischio sufficientemente robusto da poter essere usato nella stima personalizzata di rischio di cancro mammario. Vengono presentati i vari pannelli in uso per la ricerca di mutazioni dei geni del cancro mammario (Tab. 1), la sorveglianza clinico-strumentale per mutazioni di BRCA1 e 2 (Tab. 2), il rischio stabilito di cancro mammario per geni con mutazioni troncanti (Tab. 3), l’impostazione della ricerca per stimare il rischio di cancro mammario associato a varianti rare (Tab. 4).

Precision Medicine — Personalized, Problematic, and Promising. NEJM 2015;372:2229. Editoriale sulla Medicina di precisione (il termine “personalizzata” è giustamente non condivisa da molti medici perché la medicina è da sempre personalizzata). Definizione: trattamento mirato alle necessità del singolo pz sulla base delle sue caratteristiche genetiche, dei biomarcatori, fenotipiche o psicosociali che lo distinguono da altri pz che presentano le stesse caratteristiche, con lo scopo di migliorarne l’esito clinico e ridurne gli effetti collaterali per coloro che hanno minor probabilità di beneficiare di uno specifico trattamento (verbosa e troppo lunga, ndr). Con esempi in cui è stata applicata (Tab. 1) come la LMC, biomarker BCR-ABL e terapia specifica con l’Imatinib; la malattia coronarica, biomarker CYP2C19 terapia Clopidogrel; FC biomarker G551D terapia Ivacaftor; Alcolismo biomarker GRIK1 terapia Topiramato; Amaurosi congenita Leber biomarker RPE65 terapia genica (14 in tutto). L’eterogeneità causale di moltissime malattie, con i diversi meccanismi patogenetici, terapie e decorso spinge per la PM, che ora è resa praticabile con l’identificazione di molti biomarcatori e soprattutto con lo sviluppo delle tecniche genetiche (WES, WGS, e le varie omiche). Ma gli interesse degli attori (pz e famiglie, personale medico, sistema sanitario, assicurazioni) tendono a non coincidere, anzi in alcuni casi a scontrarsi. Gli scopi sono ben presentati in Fig. 1: con una malattia causalmente etrogenea va applicato il test diagnostico, che consente una sottoclassificazione della patologia che precisa il probabile decorso, se la ricerca propone una nuova terapia di questa ne va verificata l’applicabilità e l’efficacia con sperimentazioni cliniche (punto nodale: il reclutamento deve coinvolgere persone con la stessa specifica patologia, anche da qui la necessità di una precisa diagnosi, ndr), nuove linee guida che vanno adottate dai pz/famiglie, dal personale sanitario e dal sistema sanitario. Una parte considerevole della medicina di precisione è svolta dall’informatizzazione di tutti i dati clinici “not for replacing judgment but for providing facts”, come ad es. algoritmi per le varie attività diagnostiche, prognostiche e terapeutiche. Occorre se si vuole avere una PM un nuovo sistema sanitario, nuovi medici e una popolazione adeguatamente preparata. (Un’utopia? Ma abbiamo assistito ad utopie che sono rimaste tali per 30 anni, come la diagnosi genetica prenatale non invasiva, finché le nuove tecniche non l’hanno resa possibile, Ndr).

Un ottimo esempio di Medicina di precisione: Integrative Clinical Genomics of Advanced Prostate
Cancer. Cell 2015;161:2015. La prognosi di pz con cancro prostatico avanzato è infausta. In questo lavoro collaborativo l’integrazione tra analisi di sequenza clinica (WES e trascrittoma) di tessuto tumorale da biopsia di 150 pz ha consentito di stabilire che la maggior parte di loro ha alterazioni molecolari che possono indicare il trattamento opportuno in base a quanto riscontrato. Quindi la necessità di una consulenza genetica per applicare una medicina di precisione.

MALATTIE NEUROLOGICHE/NEURODEGENERATIVE
Loss-of-function variants in ABCA7 confer risk of Alzheimer’s disease. Nature Genetics 2015;47:445. La ricerca di varianti rare che conferiscono suscettibilità all’Alzheimer nella popolazione dell’Islanda ha individuato una variante con perdita di funzione del gene ABCA7 associata a tale patologia (OR 2.12), associazione presente in altri gruppi di studio europei e USA con OR combinata di 2.03. Il gene è un membro della sottofamiglia dei trasportatori ABC (ATP-binding cassette) trasportatori di lipidi attraverso la membrana. In particolare ABCA7 promuove nelle cellule in coltura l’efflusso di fosfolipidi e colesterolo alle apoliproteine A-I ed E. ABCA7, sempre in vitro, promuove la fagocitosi. In vivo, nel topo KO Abca7, il suo ruolo principale sembra essere di regolare la fagocitosi. Si conclude con un buon suggerimento: arruolare nelle sperimentazioni cliniche dell’Alzheimer portatori di varianti con perdita di funzione di questo gene per chiarire le nostre conoscenze sulla patogenesi e sull’effetto dei vari approcci terapeutici.

Rett syndrome: a complex disorder with simple roots. Nature Reviews Genetics 2015;16:261. Bella review sulla s. Rett da mutazione di MECP2, proteina associata alla cromatina con diverse funzioni che integra vari aspetti della biologia neuronale. Viene discusso come MECP2 regola l’espressione genica di vari geni, tramite la loro attivazione, repressione o a livello post-trascrizionale, come a sua volta sia regolata da miRNA. Tutto questo per capire le basi molecolari della sindrome. Ricorrendo a modelli animali (vi sono 9 diversi modelli murini di s. Rett) e valutando, dopo 23 anni di ricerca, l’intero quadro biologico e clinico che emerge dallo spettro mutazionale del gene, vengono proposti due diversi modelli funzionali della sindrome. La comprensione della funzione di questa “enigmatica” proteina faciliterà l’individuazione dell’appropriata terapia.

HTRA2 p.G399S in Parkinson disease, essential tremor, and tremulous cervical dystonia. PNAS 2015;112;E2268. Lettera relativa ad un lavoro (Mitochondrial serine protease HTRA2 p.G399S in a kindred with essential tremor and Parkinson disease. PNAS 2014;111:18285)(Articoli Dicembre 2014) che riferiva di una variante del gene HTRA2 in una grossa famiglia turca era responsabile in eterozigosi di tremore essenziale e in omozigosi di un fenotipo più grave e più precoce. È stata cercata nella popolazione norvegese in diversi gruppi di persone: pz con Parkinson, pz con tremore essenziale, con distonia cervicale e popolazione di controllo. Non sono stati trovati omozigoti e non è stata trovata una differenza significativa di frequenza di eterozigosi di questa variante tra pz e popolazione generale.
Nella risposta gli AA sottolineano che quanto da loro trovato riguardava la famiglia descritta e che, come avevano precisato, tale variante non era la causa di tremore essenziale nella popolazione turca da loro testata. Notano: che il tremore essenziale è una malattia complessa con più geni causali, che nella loro famiglia la sintomatologia del Parkinson si è manifestata più di 10 anni dopo il tremore, che nei pz norvegesi potrebbero esserci altre varianti del gene HTRA2 non individuate; che la distonia cervicale non fa parte della sintomatologia da loro indicata.

GENETICA UMANA/CLINICA
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Genetic linkage analysis in the age of whole-genome sequencing. Nature Reviews Genetics 2015;16:275. L’analisi di linkage è stato l’approccio classico per l’identificazione dei geni di suscettibilità dei caratteri complessi, prima dell’avvento degli studi di associazione genomici (GWAS) con l’uso di SNP.
Ma tale tecnica funziona male per le varianti rare che possono essere responsabili di una buona proporzione di caratteri complessi. Ora con l’applicazione del sequenziamento dell’intero genoma (WGS) l’analisi di linkage può tornare utile per l’identificazione di geni di suscettibilità di queste malattie. In questa review vengono esposti i principi generali delle tecniche di linkage e suggerimenti di come applicarle sui dati ottenuti con WGS. Quindi una tecnica che sta rinascendo ed utilissima da affiancare all’analisi genomica soprattutto per l’identificazione di varianti rare associate a caratteri complessi ad alta penetranza.

Pinpointing clinical diagnosis through whole exome sequencing to direct patient care: a case of Senior-Loken syndrome. Lancet 2015;358:1916. Case report. Bambino visto nel 2002 a 2 mesi di vita per disfunzione dei fotorecettori ed alterazioni pigmentarie retiniche (mottling) con vasi sanguigni retinici attenuati. La diagnosi è stata di distrofia retinica precoce non sindromica. Dopo 4 anni nata una sorella con la stessa condizione. Messi in follow-up. Nel 2012, si è reso disponibile nel SSN UK il NGS del pannello delle distrofie retiniche (>20 geni), ma l’analisi è risultata negativa. Nel 2013 è stato applicato WES che ha identificato una mutazione nota come causa di malattia del gene IQCB1, che codifica una proteina, nefrocistina, espressa nel cilio primario che è un organello essenziale per la funzione sia dei fotorecettori retinici che dell’epitelio renale. Mutazioni di questo gene sono responsabili di distrofie retiniche sia sindromiche che non sindromiche, tra cui la sindrome Senior-Loken 5 (MIM #609254) con distrofia retinica ad insorgenza infantile e nefronoftisi, una malattia cistica renale.
Questo ha indotto il medico curante a fare indagini per la funzionalità renale dei due bambini. Il primo, 12 anni, ha una patologia renale (stadio 4) con aumento della creatininemia, anemia, cisti renali multiple associate a deficit di crescita. Messo in emodialisi e poi trapiantato. La sorella, ora di 7 anni, non ha patologia renale. Diagnosi di s. Senior-Loken, che ha consentito ai curanti di pianificare in maniera ottimale la terapia dell’insufficienza renale e ridurre i tempi di attesa del trapianto.  WES è servita quindi anche per un’appropriata gestione medica.

X-Linked TEX11 Mutations, Meiotic Arrest, and Azoospermia in Infertile Men. NEJM 2015;372:2097. Il 20% di pz con azoospermia non ostruttiva hanno un’anomalia cromosomica, per il restante 80% non c’è diagnosi ( “idiopatica”). Di alcuni geni, che nel topo sono associati all’infertilità, si conoscono mutazioni in pz con azoospermia (HSF2, SYCP3, PRM1, PRM2, SOHLH1 e NR5A1). In questo lavoro l’analisi array-CGH su campione di sangue di 15 pz ha identificato 2 pz con azoospermia e atrofia testicolare mista con una piccola (99 kb) delezione interessante 3 esoni del gene TEX11 sul cromosoma X(p13.1). L’analisi Sanger del gene TEX11 di 289 pz e 384 controlli ha consentito di individuare 5 nuove mutazioni del gene (3 di splicing e 2 missenso) in 7 pz (2.4%) e non nei controlli. Buona parte delle mutazioni sono state trovate in pz con arresto meiotico completo (5 su 33) e solo due mutazioni in pz con azoospermia ed atrofia testicolare mista. Non sono state invece trovate mutazioni in pz con azoospermia e sindrome a sole cellule Sertoli. L’arresto meiotico in questi pz è simile al fenotipo del modello murino carente di Tex11. In conclusione mutazioni di TEX11 sono una frequente causa della infertilità maschile con arresto meiotico ed azoospermia nell’infertilità maschile.

FDA approves 23andMe gene carrier test. Nature Biotechnology 2015;33:435. Approvato il test di screening del portatore per la s. Bloom dopo un iter di 15 mesi La FDA aveva mandato alla compagnia 23andMe una lettera in cui le si intimava di non fornire informazioni mediche in assenza del permesso della commercializzazione del test. L’approvazione riguarda appunto il test del portatore per una malattia che comporta predisposizione al cancro più comune negli ebrei askenaziti con la ricerca della classica mutazione del gene BLM (del di 6pb e ins 7pb), test considerato come dispositivo medico di classe II, che secondo la nota comporta un “moderate risk, requiring some regulatory controls, putting carrier screening tests in the same category as condoms” (!! Ndr).

Exome sequencing links mutations in PARN and RTEL1 with familial pulmonary fibrosis and telomere shortening. Nature Genetics 2015;47:512. Applicazione dell’analisi esomica per cercare i fattori di rischio genetico della fibrosi familiare polmonare. La Fibrosi polmonare idiopatica colpisce prevalentemente i maschi fumatori, è una malattia progressiva con breve attesa di vita dopo la diagnosi. Poco note le basi genetiche. Conosciamo varianti comuni associate che spiegano solo una piccola parte del rischio genetico, come MUC5B e TERT  che codifica una proteina (trascrittasi inversa telomerica) componente della telomerasi. Nel 15% dei casi familiari si trovano mutazioni rare di TERT con trasmissione AD a penetranza incompleta. Meno frequentemente si trovano mutazioni rare di un gene codificante una molecola di RNA (TERC), del gene Discherina (DKC1)(le mutazioni di questo gene causano la Discheratosi congenita) e proteine del surfattante EFTPC e SFTPA2. In questo lavoro con l’analisi esomica di pz con Fibrosi polmonare familiare da causa non nota, usando anche un ampio campione di controllo, sono state trovate mutazioni dannose in eterozigosi e solo nei pz (7 probandi) del gene PARN, una esoribonucleasi non nota per avere un ruolo nella biologia dei telomeri, con mutazione presente in tutti gli affetti della famiglia.  Sono state trovate poi in 5 pz mutazioni (2 con perdita di funzione e 3 missenso in sede altamente conservata) di un altro gene, RTEL1, la cui proteina contiene un dominio N-terminale elicasico che protegge il telomero durante la replicazione. I portatori di mutazione PARN o ETEL1 hanno telomeri dei leucociti più corti. Ma anche i familiari, che non hanno ereditato la mutazione, hanno telomeri più corti, ma comunque più lunghi rispetto ai pz che portano la mutazione, dato interpretato come eredità epigenetica della lunghezza telomerica. In sintesi i risultati ottenuti ci dicono che questi due geni sono mutati in circa il 7% dei pz con Fibrosi polmonare idiopatica e che vi è un legame tra questa patologia e la disfunzione telomerica.

Biallelic mutations in SNX14 cause a syndromic form of cerebellar atrophy and lysosome-autophagosome dysfunction. Nature Genetics 2015;47:528. Le atassie in età pediatrica si presentano in genere con ritardo di sviluppo intellettivo e atrofia cerebellare. In questa breve comunicazione si descrive una nuova condizione riconoscibile clinicamente a trasmissione autosomica recessiva in 12 famiglie con pz con atrofia cerebellare, deficit cognitivo, dismorfismi facciali (tratti grossolani del viso) da mutazioni troncanti del gene SNX14, che codifica un membro della famiglia sortin nexin, coinvolta nel traffico intracellulare. Il prodotto del gene si localizza nei lisosomi ed è associato con il fosfatidilinositolo 3,5 bifosfato, importante componente degli endosomi/lisosomi. In vitro le cellule derivate dai pz mostrano un ingorgo lisosomiale e una ridotta clearance autofagica dopo induzione autofagica da digiuno. Nel modello di zebrafish per snx14 vi è una drammatica perdita di parenchima cerebellare, accumulo di autofagosomi e attivazione dell’apoptosi. Questa nuova sindrome atassica da mutazione biallelica di SNX1 ha quindi come meccanismo patogenetico una disfunzione lisosomica-autofagosomica.

A recombined allele of the lipase gene CEL and its pseudogene CELP confers susceptibility to chronic pancreatitis. Nature Genetics 2015;47:518. Un allele ricombinante del gene della carbossilesterasi lipasi (CEL) e del suo pseudogene CELP determina una suscettibilità alla pancreatite cronica, con un rischio 5 volte superiore. Tale ibrido codifica una proteina con ridotta attività lipolitica e considerevole accumulo intracellulare e induzione all’autofagia. Un nuovo pathway quindi diverso dal sistema proteasi-antiproteasi delle cellule acinari del pancreas della pancreatite cronica.

Missense mutation in immunodeficient patients shows the multifunctional roles of coiled-coil domain 3 (CC3) in STIM1 activation. PNAS 2015;112:6206. La molecola di interazione stromale 1 (STIM) è un importante attivatore del canale del calcio ORAI1 che media il passaggio di calcio in molti tipi di cellule. Mutazioni di STIM1 (MIM#612733) o di ORAI1 (MIM #612782) causano una grave sindrome di immunodeficienza autosomica recessiva (rispettivamente IMD9 e IMD10). In questo lavoro si dimostra che una mutazione di STIM1 (R429C) causa della sindrome determina un’incapacità di attivazione di ORAI1, chiarendo quindi il meccanismo molecolare della funzione del gene. La mutazione altera l’integrità strutturale dell’interazione proteina-proteina di STIM1 impedendone la multimerizzazione e il legame con ORAI1. Possibile target terapeutico.

Oncogenic and RASopathy-associated K-RAS mutations relieve membrane-dependent occlusion of the effector-binding site. PNAS 2015;112:6625. Mutazioni del gene KRAS presenti in alcuni tumori (pancreas, colon, polmone) hanno un significato prognostico sfavorevole. Mutazioni germinali del gene sono causa della sindrome Noonan. E’ un attraente target terapeutico anche se il ricorso a suoi inibitori non ha dato i risultati sperati. Buona parte delle mutazioni causa di malattia incrementano la forma di KRAS attivata legata a GTP, ma di altre non ne conosciamo l’effetto. In questo lavoro viene individuato un nuovo meccanismo di acquisizione di funzione di alcune mutazioni della s. Noonan, responsabili dell’attivazione del segnale KRAS. Quindi nuove possibili strategie terapeutiche per il cancro con bersaglio il meccanismo oncogenico del gene tramite interazioni autoinibitorie con le membrane cellulari.

Reversal of mitochondrial defects with CSB-dependent serine protease inhibitors in patient cells of the progeroid Cockayne syndrome. PNAS 2015;112:E2910. La s. Cockayne (CS) è una rara malattia genetica con fotosensibilità, grave compromissione neurologica e di sviluppo e invecchiamento precocissimo con ipersensibilità allo stress ossidativo. Clinicamente si riconoscono 3 sottotipi: la CS I ad inizio nella prima infanzia, la CS II ad inizio precocissimo con segni a comparsa in epoca prenatale e la CS III con segni più lieve e ad inizio nella terza infanzia. Nel 70% dei casi la mutazione è a carico del gene CSB, nel 30% del gene CSA, le loro proteine sono coinvolte nel meccanismo di escissione nucleotidica (NER -Nucleotide Excision Repair) dei danni da raggi UV. Ma non si conosce come il grave fenotipico della CS si possa basare solo sul difetto di riparazione trascrizionale. Nel lavoro viene identificato un nuovo pathway coinvolto nelle cellule di pz con CS. In particolare CSB sregola l’espressione della serin proteasi che degrada la DNA polimerasi gamma mitocondriale ed altera la funzione mitocondriale. Tale effetto può essere normalizzato, sempre in vitro, ricorrendo a due diverse strategie. Possibili terapie per una malattia per la quale non c’è alcuna possibilità terapeutica.

RASopathic” astrocytes constrain neural plasticity. Science 2015;348:636. Commento di un lavoro (Dysregulation of astrocyte extracellular signaling in Costello syndrome. Sci Transl Med May 2015; 6;7(286):286ra66) sulla miglior comprensione dei meccanismi patogenetici nella s. Costello (#218040), una RASopatia con ritardo di sviluppo, anomalie cranio-facciali, malformazioni cardiovascolari e deficit cognitivo, deficit che sembra legato ad un’anomalo sviluppo degli astrociti, che sono cellule cerebrali non neuronali. Gli astrociti derivati (iPSC ) da pz Costello con la mutazione HRASG12S hanno una differenziazione prematura, un’aumentata proliferazione e sono di dimensioni maggiori del normale (Fig. 1). Il trattamento delle iPSC Costello con un inibitore della farnesil transferasi (RAS per la sua funzione nella cascata trasduzionale deve essere associato fisicamente alla superficie interna della membrana plasmatica tramite modifiche strutturali e il primo passo è la farnesilazione) (https://www.google.it/?gws_rd=ssl#q=farnesil+transferasi) riduce negli astrociti l’espressione di vari proteoglicani. Si è osservato che i topi, in cui HRAS mutato era espresso selettivamente negli astrociti, esprimono più componenti della matrice extracellulare con la formazione di una rete perineuronale intorno agli interneuroni, accelerandone la maturazione ed interferendo con il periodo critico della plasticità neuronale. In conclusione gli astrociti portatori della mutazione durante lo sviluppo sregolano la maturazione corticale. Un possibile target terapeutico per normalizzare la neuroplasticità e prevenire il deficit cognitivo.
Interessante nel commento l’osservazione che mentre gli astrociti nella s. Rett e nella s. Down hanno un effetto inibitorio sulla crescita dei neuroni che stanno sviluppandosi, quelli di HRASG12S invece secernono potenti fattori che promuovono l’eccesso di crescita neuronale e lo sviluppo sinaptico.

BIOLOGIA
Rap and chirp about X inactivation. Nature 2015;521:170. Commento del lavoro sullo stesso fascicolo (The Xist lncRNA interacts directly with SHARP to silence transcription through HDAC3) con sottotitolo: Two new techniques identify proteins that directly interact with a non-protein-coding RNA called Xist to mediate inactivation of one X chromosome in female mammals. Queste due nuove tecniche sono: RNA antisense purification–mass spectrometry (RAP–MS) e Comprehensive identification of RNA-binding proteins by mass spectrometry (ChIRP–MS) usate per identificare le proteine interagenti in vivo con Xist. Con la prima tecnica identificate 81 proteine, con la seconda 10, di cui 9 in comune con la prima.
Il commento fa notare che conosciamo più di 10.000 lncRNA (long non-coding RNA), della maggior parte sappiamo molto poco della loro funzione. E queste due tecniche consentiranno di individuarne i vari pathway in cui agiscono.

GTEx detects genetic effects. Science 348:640. The genetic basis for variation among individuals
in transcript abundance across tissues is analyzed. Serie di articoli (Pg. 648, 660, 666) sul trascrittoma nell’ambito del Genotype-Tissue Expression (GTEx) Consortium. Sappiamo che gran parte dei comuni polimorfismi genetici associati ad un rischio di malattia agiscono modulando l’espressione genica, poco sappiamo di come questo avvenga. Quello che sappiamo del trascrittoma deriva da studi su poche linee
cellulari. Il Cosorzio GTEx si è proposto di associare all’analisi WGS il sequenziamento di RNA di più di 50 tessuti post-mortem di 1.000 donatori.

Malaria continues to select for sickle cell trait in Central Africa. PNAS 2015;112:7051. La Falcemia è la principale cause di morte infantile nel continente africano, dove si collocano circa l’85% dei pz, e sta diffondendosi per le importanti migrazioni in altri continenti. E’ prevedibile che avrà un impatto sanitario considerevole globale nel prossimo futuro. La sua prevalenza è più del 15% in gran parte dell’Africa centrale e raggiunge il 28% in Gabon, dove 1-2% dei nati è affetto da questa malattia. E’ allora utile conoscere perché tale malattia genetica mantiene la sua frequenza nella popolazione umana. Questo nonostante gli omozigoti in genere non si riproducono. Sappiamo che l’alta frequenza della Falcemia è associata alla malaria con un meccanismo ancora poco noto di protezione dalla malattia parassitaria grave.
Mancano studi epidemiologici aggiornati su questa associazione. Lo scopo di questo studio epidemiologico di una coorte di 3.958 adulti di 17.80 anni nella repubblica del Gabon (piccola popolazione, abbondanti risorse naturali e investimenti stranieri hanno aiutato a rendere il Gabon una delle nazioni più prospere della regione e del continente nero, wiki) è di verificare la relazione tra malaria e prevalenza della malattia in un paese con una popolazione sufficientemente grande e nello stesso tempo con stili di vita e ambiente piuttosto uniforme. In questo campione il 21.7% ha il genotipo HbAS, nessuno il genotipo HbSS confermando l’alta mortalità infantile per la condizione di omozigosi. Il 52% era positivo per il citocromo b del plasmodio . Nel 28% non è stato possibile determinare la specie, i rimanenti 1.489 (93.1%) avevano avuto l’infestazione del P.  falciparum, il 21.9% del P. malariae, il 2.1% del P. ovale. Il principale risultato di questo studio, che a differenza dei precedenti si basa non sulla presenza della malattia ma in buona parte sull’infestazione malarica asintomatica, è la conferma che vi sia una forte associazione tra P. Falciparum e prevalenza di Falcemia.

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A forward genetic screen identifies erythrocyte CD55 as essential for Plasmodium falciparum invasion. Science 2015;348:711. Nell’infestazione malarica i parassiti invadono e si riproducono nei globuli rossi umani. Si sa da studi epidemiologici che esiste una polimorfismo eritrocitario che conferisce resistenza alla malaria severa. Gli studi genetici (GWAS) per la ricerca di tali determinanti sono ostacolati dal fatto che gli eritrociti mancano del nucleo. Sono state usati GR derivati da cellule staminali ematopoietiche per applicare uno screening genetico e per individuare i determinanti dell’ospite del Plasmodium falciparum, ricorrendo ad una complessa procedura in vitro. Ed è stato individuato CD55 come un fattore essenziale per l’invasione del parassita. CD55 è una proteina che protegge le cellule dalla lisi da parte del complemento e nelle cellule epiteliali è un recettore di patogeni batterici e virali. Eritrociti CD55 nulli sono refrattari all’invasione perché il parassita non può ancorarsi efficacemente alla membrana eritrocitaria. Tale effetto protettivo non è invece svolto nei confronti del P. knowlesi. Sono stati individuati due polimorfismi di CD55 presenti in significativa maggior frequenza in persone con esposizione ancestrale alla malaria, presenti solo in discendenti di africani. Altro dato interessante: vi sono persone ematologicamente normali che mancano completamente di CD55. Tutto questo fa pensare che CD55 possa essere un buon target per la terapia malarica, malattia frequente, endemica e importante causa di mortalità infantile.

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A CRISPR Connection between Chromatin Topology and Genetic Disorders. Cell 2015;161:955. Sono comuni e variazioni strutturali  nel genoma umano, ma non è semplice interpretarne la patogenicità. Sappiamo che tipicamente le variazioni strutturali con CNV agiscono tramite modificazioni di dosaggio di uno o più geni. Ma vi sono altri meccanismi come quello prospettato dal commento su citato di un articolo sullo stesso fascicolo (Disruptions of Topological Chromatin Domains Cause Pathogenic Rewiring of Gene-Enhancer Interactions. Pg. 1012)(un italiano tra gli AA), in cui si dimostra che alcune varianti strutturali possono interrompere la topologia cromatinica causando interazione ectopiche enhancer (intensificatore)-promotore, alterata espressione genica spazio-temporale e malformazioni (ne vengono portati 3 esempi). Da studi recenti sappiamo che l’organizzazione cromatinica è caratterizzata da domini topologicamente associati (TAD) che suddividono ogni cromosoma interfasico in segmenti di megabasi che hanno interazioni frequenti all’interno del dominio, e poche all’esterno. Da altri studi sappiamo che alterazioni strutturali alla periferia di TAD alterano l’espressione genica in vitro e in vivo. Da questo lavoro risulta che questo avviene anche per alcune malformazioni nell’uomo, come quelle degli arti, alterazioni strutturali che interessano la struttura del TAD che comprende il locus NT6/IHH/EPHA4/PAX3. Alterazioni che sono state riprodotte nel topo ricorrendo alla tecnica del genome editing CRISPR. Nei fibroblasti di pz e nel tessuto degli arti dei modelli murini le alterazioni strutturali causano interazione ectopiche tra promotori e DNA non codificante. Questo dimostra l’importanza funzionale dei TAD nell’orchestrare l’espressione genica tramite l’architettura genomica e indica i criteri per prevedere la patogenicità delle varianti strutturali, in particolare modo nelle regioni non codificanti.

GENOME EDITING
Raccolta di articoli di regolamentazione, di etica e di tecnica sul Genome editing sullo stesso fascicolo di Nat Biotech.
Next-generation genome editing. Nature Biotechnology 2015;33:429. Sottotitolo: Recent calls for public engagement concerning the risks and benefits of genome editing in the human germline, particularly given our poor knowledge of what we should change in the human genome.
Oversight of human inheritable genome modification. Nature Biotechnology. Pg. 454 (letter). Raccomandazione di uno scambio di opinioni tra vari rappresentati politici e tecnici di ogni nazione, altrimenti si rischia un ‘dialogue of the deaf ’, cioè un processo unilaterale in cui i partecipanti non rispondono al punto di vista degli altri, impedendo così di adottare un’ideale politica comune. E’ tempo quindi di riportare l’argomento alla discussione all’ONU
CRISPR germline engineering—the community. Nature Biotechnology. Pg. 478. L’editore ha chiesto ad alcuni membri della comunità scientifica internazionale di commentare gli aspetti etici sollevati dalla possibilità di applicare il genome editing sulle cellule germinali umane. Sommario delle risposte di 26 (per esteso nel Supplementary comments)(tra cui JC Venter e l’unico italiano Luigi Naldini del San Raffaele di MI). Interessante la figura con le varie tappe: dall’autorizzazione della corte suprema US per la sterilizzazione non volontaria delle donne nel 1927 (i nazisti vengono dopo nel 1933), all’Aprile 2015 quando è stato pubblicato il primo lavoro (rivista online Beijing-based Protein & Cell, Springer) che annuncia la modificazione di geni in zigoti umani tramite CRISP (vedi Spigolature Aprile 2015).
Recent patent applications in genome editing. Nature Biotechnology. Pg. 489. Elenco delle domande di brevetto. Sono 10, tra cui una per la FC.
Epigenome editing by a CRISPR-Cas9-based acetyltransferase activates genes from promoters and enhancers. Pg. 510. Tecnica che consente la manipolazione specifica di marcatori epigenetici per un preciso controllo del fenotipo cellulare o per conoscere la relazione tra epigenoma e controllo trascrizionale.
Increasing the efficiency of precise genome editing with CRISPR-Cas9 by inhibition of nonhomologous end joining. Pg. 538.
Increasing the efficiency of homology-directed repairm for CRISPR-Cas9-induced precise gene editing in mammalian cells. Pg. 543.

La storia del genome editing con CRISPR. Core Concept: CRISPR gene editing. PNAS 2015;112:6245

High-throughput functional genomics using CRISPR–Cas9. Nature Reviews Genetics 2015;16:299. Review su questa tecnica rivoluzionaria in cui si discutono gli aspetti pratici di esecuzione, la si confronta con la tecnica RNAi e si prospettano future applicazioni.

Breaking Mendelian inheritance with CRISPR–Cas. Nature Reviews Genetics May 2015;16. In genetica talora è utile trasformare una mutazione allo stato eterozigote ad omozigote per verificarne l’effetto fenotipico in vitro o in vivo.  Il commento presenta una tecnica che lo consente verificata nella drosofila (The mutagenic chain reaction: A method for converting heterozygous to homozygous mutations. Science 2015;348:442).Questa conversione è stata ottenuta nella gran parte di cellule somatiche e germinali dell’animale e potrebbe avere un’applicazione in vari organismi, come quelli degli insetti per il controllo dell’infestazione malarica o della febbre dengue, anche se non va dimenticato il rischio di diffondere organismi così modificati nell’ambiente.

UK scientists reject call for moratorium on gene editing. BMJ 2015;350:h2601.Viene riferito quanto commentato in una riunione a Londra dello scorso 21 Maggio sulla moratoria per il genome editing. Sono contrari perché bloccherebbe la ricerca. E’ stato commentato l’esperimento in Cina di applicazione del genome editing in embrioni umani non vitali, e un partecipante riferisce che si è sentito “not uncomfortable”. Un ginecologo suggerisce che nell’uomo è più opportuno, invece di correggere, scegliere l’embrione senza mutazione mediante la diagnosi preimpianto.

A proposito di NIPT:
The promise of non-invasive prenatal testing needs to be monitored scientifically. BMJ 2015;350:h2518. Lettera di AA italiani relativa all’articolo Realising the promise of non-invasive prenatal testing. BMJ 2015;358:h1792 che sottolineano la necessità di una verifica accurata prima di proporre NIPT come test di screening genetico per tutte le gravidanze e per quali condizioni.

MODELLI ANIMALI E NUOVE TERAPIE
Global genetic analysis in mice unveils central role for cilia in congenital heart disease. Nature 2015;521:520. Le malformazioni cardiache (CHD) sono i più frequenti difetti congeniti (1% dei nati) con frequenza oltre dieci volte superiore in epoca fetale. La loro base genetica è suggerita dal fatto che sono presenti in molte anomalie cromosomiche e dal loro rischio di ricorrenza. In questo lavoro sono stati utilizzati  ceppi di topo C57BL/6J, che è quello più comunemente utilizzato in ricerca, mutagenizzati con etilnitrosourea, incrociati tra loro per identificare le mutazioni recessive causa di CHD. L’analisi fenotipica è stata eseguita con l’ecocardiografia e poi indagata con CT/MRI e con valutazione macro- e microscopica. Il 30% delle linee mutanti hanno una CHD complessa con eterotassia e spesso muoiono in epoca prenatale. Analogamente nell’uomo il 16% di feti con CHD complessa ha eterotassia con mortalità intrauterina elevata (30-60%). Nei topi mutanti DORV (ventricolo ds a doppia uscita) e AVSD (difetto atrio-ventricolare) sono frequenti e con alta mortalità prenatale, come avviene anche nella nostra specie. L’analisi genotipica nei mutanti con CHD è stata condotta con il sequenziamento esomico. Sono state considerate mutazioni causali quelle in omozigosi in mutanti con lo stesso fenotipo, mentre per la situazione di omozigosi diverse ci si è basati sull’analisi di segregazione e/o su quanto risulta dai database dei topi KO/mutanti.
In 2.651 linee mutanti sono state trovate 218 con CHD. L’analisi genetica ha individuato 91 mutazioni patogene di 61 geni, di cui 27 non noti come causa, se mutati, di CHD. Di questi geni 34 sono correlati con il sistema ciliare (le cilia, protuberanze di cellule cigliate, sono come antenne che hanno un ruolo importante nella percezione dei dintorni cellulari e di trasduzione del segnale) e 23 nella linea mutante con difetto di lateralità. Di questi 34 geni, 16 sono coinvolti nella trasduzione di segnale ciliare e 10 nella regolazione del traffico vescicolare, pathway importante per la ciliogenesi e per il segnale cellulare. Interessante, per future ricerche, che molti geni CHD codificano per proteine interagenti, questo suggerisce il ruolo del network dell’interattoma proteico nella patogenesi delle CHD. Il fatto che i pathway del CHD nel topi sono in buona sovrapposizione con i geni causativi di CHD nell’uomo suggerisce che tali pathway possono chiarire molti aspetti della complessa genetica della CHD nell’uomo.

An RNAi therapeutic targeting antithrombin to rebalance the coagulation system and promote hemostasis in hemophilia. Nature Medicine 2015;21:492. La terapia sostitutiva con il fattore coagulativo relativo nell’emofilia A o B non è sempre risolutiva soprattutto per coloro che sviluppano anticorpi inibitori. Quindi si cercano nuovi approcci terapeutici. Sfruttando l’osservazione che la presenza di mutazioni protrombotiche nei pz con emofilia ne migliora il fenotipo clinico si è voluto verificare se il ricorso al meccanismo dell’interferenza del’RNA (RNAi)(ALN-AT3) diretto verso l’antitrombina (AT) possa mitigare l’effetto della mutazione emofilica A nel topo e nei primati non umani. Il trattamento con ALNN-T3 promuove l’emostasi nel modello murino di emofilia e migliora la produzione di trombina nel modello di scimmia con emofilia A da inibitori anti-fattore VIII. E’ in corso una sperimentazione clinica in fase 1 con questo metodo per l’Emofilia a e per l’Emofilia B.